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Righetti ricorda Roma-Dundee: "Fecero l'errore di essere arroganti. L'Olimpico ci diede una carica impressionante"

di Danilo Budite

In questa data ricorre un evento storico per la Roma. Il 25 aprile del 1984 infatti la Roma sconfisse 3-0 il Dundee, approdando in finale di Champions League. Per rivivere quella partita, Il Corriere della Sera ha intervistato Ubaldo Righetti, tra i protagonisti dell'impresa. Ecco uno stralcio delle sue parole.

Quanto ci credevate?
"Tanto. All’andata avevamo pagato la loro irruenza ma poi commisero un grave errore".

Quale?
"Sono stati arroganti. Il loro allenatore, McLean, ci chiamò “italiani bastardi” e questo ci diede una carica straordinaria".

Tecnicamente non ci fu storia.
"Mettemmo tecnica ma anche fisicità, ci furono tanti scontri, soprattutto a palla lontana. Fu una battaglia".

Quanto vi spinse il tifo? 
"Tantissimo, l’atmosfera ci diede una carica impressionante. Gli scozzesi vennero sopraffatti dal boato, dell’Olimpico, lo capimmo dalle loro facce".

Poi ci fu Roma-Liverpool: che cosa andò storto? 
"Pagammo la tensione, loro erano più abituati di noi a giocare partite simili. Passarono troppi giorni, 17, tra la fine del campionato e la finale. Andammo in ritiro in montagna, il tempo non passava mai. Non eravamo preparati e accusammo il fatto che si giocasse a Roma".


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