Serie A, tre nodi da risolvere in caso di stop
Mentre monta lo scontro istituzionale con il governo sulla ripresa del campionato, la Serie A inizia a pensare a un piano B. Ne scrive La Gazzetta dello Sport. I temi focali sono tre.
Niente scudetto, ma le retrocessioni? Congelando la classifica, la FIGC potrebbe comunicare alla UEFA le sei squadre qualificate alle coppe europee, mentre lo scudetto, anche per scelta della Juventus, non verrebbe assegnato. Lo scoglio è quello delle retrocessioni, le ipotesi sono due: bloccarle, con il prossimo campionato a 22 squadre, o consentirne due (con altrettante promozioni dalla B) per mantenere il format.
Sconto alle pay tv. Senza campionato, la A avrebbe maggiori difficoltà a rintuzzare le richieste di Sky e DAZN, nonché dei vari licenziatari, che da tempo chiedono il non pagamento dell’ultima rata. Così da via Rossellini si imbarcherebbero in una trattativa lunga e complicata, che potrebbe anche rivedere gli accordi triennali. In ballo ci sono 440 milioni di euro.
Tagli netti ai calciatori. Dallo stallo con l’AIC si dovrebbe passare a un dialogo. Il monte ingaggi della Serie A sfiora gli 1,3 miliardi di euro: senza calcio giocato, almeno fino a dopo l’estate, anche i calciatori si dovrebbero adeguare e consentire a un taglio consistente dei propri stipendi.