Stadio - Gli ostacoli alla posa della prima pietra
Durante la conferenza stampa di martedì scorso in Campidoglio, è stato ipotizzato l'inizio dei cantieri per il nuovo stadio della Roma entro fine anno. Tuttavia, l'edizione odierna de Il Tempo elenca alcuni ostacoli a riguardo. Innanzitutto, la prima data cruciale sarà il 26 maggio, giorno delle elezioni europee. Per evitare una batosta elettorale, i 5 Stelle devono provare a usare lo stadio come carta elettorale e, per farlo, serve votare la variante e la convenzione urbanistica almeno un paio di settimane prima. Qualora si fallisse nell'intento, il risultato dei 5 Stelle potrebbe essere molto lontano dal 35% delle Comunali del 2016, mettendo sulla graticola il sindaco e il suo entourage.
Pertanto, i tavoli aperti fra Comune da una parte, Regione e Città Metropolitana dal lato pubblico e Roma/Eurnova dal lato privato per le questioni sull'acquisto dei treni, la cessione delle aree, l'aggiornamento delle carte e dei progetti, devono essere chiusi in fretta e positivamente entro marzo. Infatti, lunedì 11 febbraio il GIP dirà la data dell'udienza, da fissarsi entro il 13 giugno, dell'Inchiesta Rinascimento
Ipotizzato, quindi, che per fine aprile ci sia il voto positivo in Aula Giulio Cesare su variante e convenzione urbanistica, affinché i cantieri aprano davvero per dicembre occorre un rapido adeguamento delle carte progettuali da parte della Roma alle prescrizioni della Conferenza dei Servizi e della variante e il completamento delle procedure di verifica di compatibilità ambientale.
Fatto ciò, si potrà dichiarare la «pubblica utilità, indifferibilità e urgenza dell’opera» con il via ufficiale alla costruzione. Tuttavia, le incognite restano molte. La prima, ovviamente, è l’incapacità che Comune, Regione, Città Metropolitana e proponenti chiudano i vari accordi in tempo utile. Inoltre, c'è quella archeologia che per Tor di Valle non dovrebbe essere un vero problema ma con il sottosuolo romano c’è sempre da andare cauti. Infine, vanno considerati eventuali ricorsi che potrebbero essere presentati dalle società non vincitrici delle varie gare d'appalto, che potrebbero far slittare ulteriormente l'inizio dei lavori.
Il Corriere della Sera aggiunge che sono ancora bloccati i lavori per il restauro della Roma-Lido, un investimento da 180 milioni di euro fermo dal concordato Atac e che rischia di prolungare i tempi per la posa della prima pietra.