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Zeman: "Mourinho piace tanto a voi giornalisti ma il campo è un'altra cosa. Nel 1999 arrivai quinto con la Roma con 21 punti sottratti per strani errori arbitrali"

di Redazione Vocegiallorossa

Zdenek Zeman ha rilasciato un'intervista a Libero, di cui vi proponiamo un breve stralcio.

Fu allora che nacquero le temutissime sedute di allenamento di Zeman?
"La preparazione fisica perfetta è la base del risultato che si ottiene, poi, in campo. Oggi vedo alcune squadre, anche top, che si allenano poco. I giocatori sono stanchi dopo due corsette, si mettono le mani ai fianchi. In Inghilterra corrono il doppio e si allenano meglio".

Al Foggia creò una filosofia di gioco unica e Signori ne fu il profeta, vero?
"Grande Beppe. Ma il giocatore più forte che ho allenato in 30 anni di calcio è stato Totti a Roma. Vedeva cose in campo che altri, pur bravini, non riuscivano a notare. Francesco si allenava bene ma non ne aveva bisogno".

Come vede la Roma con Mourinho?
"Mou è un personaggio che attira attenzione e piace tanto a voi giornalisti. Però il campo è un’altra cosa".

A proposito di Juventus, nel 1998 lei denunciò un calcio in mano alle farmacie. Poi puntò il dito contro Calciopoli e il calcioscommesse. Non si è mai pentito di quelle dichiarazioni?
"Se oggi ci fossero gli stessi problemi di allora, ripeterei per filo e per segno quello che dissi all’epoca. Ricordo che nel 1999, al mio secondo anno alla Roma, arrivammo quinti con 21 punti sottratti per strani errori arbitrali. Ora sono fuori dal calcio, come le dicevo, e spero che vicende simili, o come quella capitata a Palomino, rimangano fatti isolati. Ma dicono che le cose siano cambiate. Non è così?".


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