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Roma Femminile, Bartoli: "Non avrei mai pensato di poter diventare una calciatrice. Roma è la mia città, adesso voglio dei trofei"

di Vincenzo Pennisi

Il difensore della Roma, Elisa Bartoli, ha rilasciato un'intervista a Fanpage:

Sulla campagna Amami e basta.
 "Roma Cares e la Roma hanno lanciato questa importante campagna, che ha previsto la realizzazione di un calendario con protagoniste le mogli e le compagne dei giocatori giallorossi per aiutare e far capire quanto la violenza sulle donne sia sbagliata e dare una mano alla causa."

Sul periodo attuale.
"Questo periodo non è semplice, sicuramente non è facile portare avanti anche il calcio, ma noi siamo controllate e riusciamo ad andare avanti grazie al supporto della federazione, delle società e al movimento che sta facendo degli sforzi per farci andare avanti".

Sul lockdown.
"Il lockdown non è stato semplice, bisognava tenersi in forma a casa. La Roma ci ha messo a disposizione delle bike, abbiamo svolto dei programmi di forza nello spazio di casa, ci attrezzavamo con poche cose per non cercare di perdere la sensibilità con il pallone, anche se non è stato semplice soprattutto perché non sapevamo quando e se avremmo ricominciato".

Sugli inizi.
"Non ho mai pensato di poter diventare una calciatrice, ai miei tempi non c'era niente. Ho iniziato in un cortile e giocavo con dei ragazzi che mi hanno accolto bene perchè davo loro del filo da torcere".

Sulla crescita del calcio femminile.
"È una vita che noi donne dimostriamo, il mondiale è stato un grande segnale ed uno schiaffo morale a chi non credeva in noi o a chi pensava che il calcio femminile fosse poca roba. Negli ultimi 4-5 anni c'è stato un cambiamento importante, ci mettono a disposizione delle strutture adeguate, prima si andava avanti solo per amore e passione. Oggi le ragazze sono più fortunate, siamo sulla via giusta".

Sulle ragazze che si approcciano al mondo del calcio
"Nella mia famiglia mio padre mi sosteneva, io ho sempre fatto di testa mia perchè sentivo un amore troppo forte per dare retta agli altri. C'è chi si metteva a ridere quando vedeva una donna in campo, poi bastava giocare per zittire tutti. Non bisogna mai arrendersi, i sogni ci fanno vivere intensamente, il calcio ti fa crescere e ti insegna la vita".

Il calcio ha cambiato il tuo carattere?
"Il gioco di squadra mi è servito tanto anche nella vita privata, lo sport mi ha aiutato a relazionarmi e ho avuto dei benefici, il mio carattere si è aperto".

Sugli obiettivi.
"Ho vinto un po' di cose per fortuna, sono stata abbastanza felice nello sport, però vorrei alzare qualche trofeo in più anche a Roma, è un sogno che sto rincorrendo, visto che è la mia città e sono voluta tornare dopo tanti anni. Spero di rimanere a lavorare in questo sport anche dopo il ritiro, non mi vedo a fare altre cose, ho dedicato una vita al calcio".


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