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Roma Femminile, Dragoni: "È bastata una chiamata per farmi capire che venire qui fosse la scelta giusta"

di Gabriele Chiocchio

Giulia Dragoni, centrocampista della Roma Femminile, in prestito dal Barcellona, ha rilasciato una lunga intervista a Tuttosport:

È ancora molto giovane, e lo era ancora di più quando, a gennaio 2023, ha lasciato l’Italia per rispondere alla chiamata del Barcellona. Cosa le ha dato, sul piano personale, questa esperienza?
«All’inizio è stato emozionante lasciare casa, affrontando tutto con la spensieratezza di una ragazza di 16 anni che si trasferisce in un convitto e si sente libera dal “controllo” dei genitori. Poi è arrivato il Mondiale in Nuova Zelanda, che ha prolungato il tempo lontano da casa, e lì ho vissuto un momento più complesso. In quel periodo ho iniziato a riflettere su ciò che conta davvero nella vita, come la salute e la famiglia. Quando sono tornata, ci è voluto un po’ per ritrovare l’equilibrio giusto."

E sul piano tecnico e tattico, cosa ha imparato?
«In campo ho sviluppato la capacità di giocare in profondità e propormi subito in avanti, senza andare sempre incontro alla palla ma aspettando il momento giusto. Questo è stato possibile grazie alla qualità incredibile delle compagne di squadra con cui ho giocato».

Può raccontarci come ha iniziato a giocare a calcio?
«Mio papà inizialmente cercava di far appassionare mio fratello al calcio, ma per lui era solo un passatempo. Così ho iniziato io a usare le attrezzature che aveva comprato per lui, e poi sono diventate esclusivamente mie. I miei primi allenamenti li ho fatti in casa, e a 5 anni ho iniziato con una squadra maschile, la Scarioni. Da lì è partito tutto: ho giocato anche con il Cimiano e la Pro Sesto, prima di approdare all’Inter, da dove poi mi ha chiamata il Barcellona».

Questa estate è arrivata l’opportunità della Roma, in prestito per un anno. Cosa l’ha convinta?
«Appena ho terminato la telefonata ho detto: "Voglio andare lì". È bastata una chiamata per farmi capire che era la scelta giusta. Mi hanno dimostrato subito grande interesse, e questo ha fatto la differenza. Ora posso dire di aver fatto bene: ho trovato un ambiente eccezionale. Questa non è una squadra qualunque, e non solo per i due scudetti consecutivi. Qui compagne, staff e tifosi ti fanno sentire un forte senso di appartenenza a questi colori. La squadra mi ha accolto benissimo e vorrei che anche le mie compagne sentissero un po’ loro questo premio».

Gli esperti elogiano la sua capacità di gestire il pallone anche in situazioni difficili: è d’accordo?
«A volte nemmeno io so come ci riesco! Gioco molto d’istinto, facendo ciò che mi viene spontaneo. So però che il mister ogni tanto vorrebbe rimproverarmi perché sono troppo innamorata del pallone…».

Si dice anche che abbia una personalità da professionista navigata. Ma ha qualche difetto tipico dei diciottenni?
«Ne ho tantissimi! In campo sono un po’ imprevedibile, perché mi piace muovermi tanto e non dare punti di riferimento. Questo può essere un vantaggio, ma anche creare difficoltà alle mie compagne».


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