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L'avversario - La fluidità del Milan e il solito punto debole

di Alessandro Carducci

Sarà il Milan di Stefano Pioli ad affrontare la Roma in uno dei due big match della terza giornata di Serie A. 
I milanesi sono reduci dalle due vittorie contro Bologna e Torino, trovandosi a punteggio pieno in classifica, e hanno il miglior attacco in compagnia della Fiorentina, con 6 reti realizzate.

FLUIDITÀ – Nessuno come il Milan, in Serie A, interpreta con tale convinzione il concetto rivoluzionario di questa epoca storica calcistica (e non solo). Non esistono più etichette, non esistono ruoli predefiniti. Sulla carta, il sistema di gioco è il 4-3-3 ma poi, in campo, succede di tutto.

COSTRUZIONE – Accade di vedere i terzini entrare dentro al campo, soprattutto Hernandez. Il Milan vuole costruire palla a terra e, se non trova linee di passaggio libere, inizia a muovere compulsivamente i giocatori senza palla. È esemplificativa l’azione vista al quarto d’ora di gioco del match contro il Torino: i rossoneri non riescono a trovare linee di passaggio libere e iniziano a scambiarsi le posizioni: Hernandez va davanti alla difesa, lasciando la linea difensiva con tre uomini, e si posiziona al posto di Krunic, il quale attacca la profondità in avanti. Il metodo non funziona e 30 secondi dopo, con Maignan sempre in possesso della palla, ricambia tutto. La difesa rimane a tre con Hernandez che però torna indietro, sulla sinistra, mentre Calabria sale e Krunic si posiziona addirittura centrale di difesa, con Tomori centrocampista centrale.

LA TRAPPOLA - Lo scopo è quello di attirare in pressione l’avversario, come una trappola, per poi allungarlo e disordinare le sue linee, fino a far perdere i riferimenti e creare spazi dove inserirsi e attaccare rapidamente. Il possesso palla, infatti, è prolungato solo nella prima fase ma quando si crea lo spazio l’azione accelera improvvisamente e il Milan risale il campo in pochi secondi, con dribbling e uno-due.

ASSE A SINISTRA – Lo stile di gioco può pure cambiare ma non cambia la minaccia formata dall’asse terribile: Hernandez e Leao. Il gran gol del terzino francese, contro il Torino, nasce da una serie di scambi tra loro due, che ubriacano la difesa granata.

PRESSING POCO, IL GIUSTO – In fase difensiva, anche quando il Milan alza il baricentro lo fa per infastidire l’avversario, ostruire le linee di passaggio, indurlo all’errore per lavorare sugli intercetti. Difficilmente, il Milan va a contrasto per strappare il pallone dall’avversario. Pioli preferisce rimanere compatto e unito in fase di non possesso e anche quando i rossoneri perdono palla tendono a rientrare in posizione, lasciando al massimo uno o due giocatori a disturbare l’eventuale contropiede.

LE PALLE ALTE - La Roma potrebbe, invece, sfruttare i duelli aerei, punto debole dei rossoneri e punto di forza della squadra di Mourinho.


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