Fiorentina-Roma 5-1 - Scacco Matto - Marcature in ritardo e l'inefficacia della fase offensiva
FILM HORROR - Juric ha chiesto più volte uno scatto di mentalità e di carattere, ma il risultato è totalmente opposto alle aspettative.
I giallorossi appaiono fin da subito sfilacciati e non in partita. La Roma porta molti calciatori nella metà campo offensiva e, quando perde palla, si fa trovare estremamente sfilacciata, consentendo alla Fiorentina di penetrare con la stessa facilità di un coltello nel burro.
PALLADINO GUARDINGO - Il tecnico viola sa che la Roma cerca di andare subito in verticale e che, quindi, ha bisogno di spazio mentre, con la palla tra i piedi e gli avversari schierati, fatica a velocizzare la manovra. La Fiorentina aspetta quindi i giallorossi nella propria metà campo, chiudendo le linee di passaggio per poi colpire in contropiede con troppa facilità.
ACCOPPIAMENTI - Avere Juric come allenatore significa fidarsi, e affidarsi, a lui perché andare uomo contro uomo a tutto campo non è solo faticoso ma, anche, rischioso. Bisogna mantenere un altissimo livello di concentrazione, oltre ad avere una condizione fisica ottimale. E, invece, la Roma arriva tardi fin da subito nelle marcature. Celik arriva tardi, e svogliato, su Gosens, Cristante è distratto perde di vista Beltran, come accaduto in occasione del vantaggio viola, mentre Ndicka concede troppo spazio proprio a Kean. Sono passati 9 minuti e già la Roma si è complicata la vita da sola.
FASE DI COSTRUZIONE - Come già accennato, la Roma è una squadra verticale, quindi l'obiettivo è di creare connessioni rapide e nello stretto, cercare il terzo uomo e risalire così il campo, cosa che accade raramente sull'asse Pellegrini-Dybala-Dovbyk-Pisili, quest'ultimo molto attivo negli inserimenti e nelle marcature, ma un pochino impreciso nella trasmissione del pallone. Il problema è che la palla dovrebbe circolare più rapidamente, cosa non accade spesso.
I CAMBI DI JURIC - A metà primo tempo, il tecnico giallorosso prova il primo scossone. Fuori Cristante e dentro Koné, fuori Angelino e dentro Zalewski, che prende il ruolo di tutta fascia allora. Nella ripresa, tocca a Baldanzi e a Hummels, buttato nella mischia dopo l'espulsione di Hermoso. I cambi, gol a parte, non danno lo shock voluto e la Roma si trascina stancamente fino alla fine.