Genoa-Roma - Scacco Matto - La mossa vincente di Gilardino e le marcature di Gudmunsson e Dybala
LE SCELTE - Nessuna sorpresa per José Mourinho, che ributta Pellegrini nella mischia dal primo minuto come mezzala sinistra, con Paredes regista e Cristante mezzala destra. Le ali del 3-5-2 sono Kristensen e Spinazzola mentre in avanti è, ovviamente, confermata la coppia Dybala-Lukaku. Con Smalling ancora out, scontata la linea difensiva, formata da Mancini, Llorente e Ndicka.
Alberto Gilardino passa alla difesa a tre, schierando un 3-5-2 con Frendrup, Badelj e Strootman a formare il blocco centrale di centrocampo. Sabelli e Matturro giocano larghi mentre Gudmundsson svaria per tutto il campo a supporto di Retegui.
PRESSING ALTO - Gilardino sorprende tutti e chiedi ai suoi un pressing asfissiante fin da subito: la scelta paga perché il primo gol arriva dopo 5 minuti proprio con una riconquista palla dei liguri nella metà campo giallorossa, con Spinazzola che la perde un po' ingenuamente mentre Llorente effettua una marcatura larghissima su Gudmundsson. L'azione era iniziata da una rimessa dal fondo per i giallorossi, conseguenza di un contropiede genoano nel corso del quale Paredes e Ndicka avevano perso troppo facilmente i rispettivi contrasti. Anche la seconda rete nasce da un recupero alto del Genoa, con Dybala accerchiato dai rossoblu, che gli rubano palla per poi scaricare su Gudmundsson, che inventa calcio.
GUDMUNSSON-DYBALA - La differenza, spesso, la fanno i dettagli: Gudmunsson è quasi sempre libero di ricevere palla, girarsi, creare calcio. La Roma non riesce a capire come arginarlo perché lui non dà punti di riferimento e, allora, ogni tanto dalla linea difensiva si stacca un elemento per seguirlo fin dentro la metà campo del Genoa ma i giallorossi, anche così, faticano a limitare il suo raggio di azione.
I liguri, invece, ci riescono benissimo con Dybala. Vasquez, in particolare, lo tallona e lo aggredisce ma chiunque si trovi a gravitare nella sua mattonella non gli consente di girarsi comodamente. Badelj, invece, si occupa di schermare le linee di passaggio per Dybala, compito poi passato a Frendrup dopo l'uscita dal campo dell'ex Fiorentina. Gli esterni del Genoa rimangono alti per costringere i corrispettivi giallorossi a rimanere più bassi ma, in generale, i rossoblu sono più brillanti e compatti.
SECONDO TEMPO E CAMBIO DI MODULO - La Roma, spaesata e confusa dopo la prima frazione di gioco, rientra nella ripresa con il 4-3-3. In campo Belotti al posto di Mancini, con i capitolini che si schierano così: Kristensen, Cristante, Ndicka, Spinazzola; Bove, Paredes, Pellegrini; Dybala, Lukaku, Belotti. Il Genoa, ovviamente, trovandosi in situazione di vantaggio rimane tutto compatto nella propria metà e per la squadra di Mourinho è difficile trovare spazi, anche perché i calciatori si muovono poco senza palla. L'obiettivo è di cercare rapidamente Lukaku e giocare attorno al belga, per raccoglierne le sponde. I giallorossi riescono, lentamente, ad arrivare fin quasi al limite dell'area del Genoa, che sembra in difficoltà finché non trova il terzo gol con una delle sue armi vincenti, i duelli aerei. La rete chiude il match.
CURIOSITÀ - Tentando il tutto per tutto, dopo il 3-1 Mourinho butta in campo tutte le armi a disposizione, finendo la partita con una sorta di 4-2-1-3, con Dybala dietro ad Azmoun, Lukaku e Belotti.