Lecce-Roma 0-1 - Scacco Matto - L'impostazione a tre con Smalling a supporto della manovra, i duelli Kluivert-Calderoni e Florenzi-Babacar
La Roma ottiene un'importante vittoria nella trasferta di Lecce, grazie al gol di Dzeko nella ripresa.
LE SCELTE - Fonseca fa riposare Fazio e Cristante (che contro l'Atalanta aveva perso 7 duelli su 9), conferma Florenzi e Kolarov sugli esterni e propone il trio Kluivert-Pellegrini-Mkhitaryan dietro a Edin Dzeko. Liverani risponde con il 4-3-1-2 con Mancosu a supporto di Falco e Babacar. Torna Tachtsidis in regia con Petriccione e Majer ai lati.
VELOCITÀ - Come era prevedibile, la Roma ha cercato spesso di sfruttare la rapidità di Kluivert contro Calderoni e l'olandese è stato l'incubo del terzino salentino. Il Lecce, come accaduto contro le big, non ha esercitato un pressing alto, preferendo rimanere accorto mentre i giallorossi tenevano palla (oltre il 60% di possesso, il dato finale). La Roma ha impostato con una difesa a tre, con Kolarov subito molto alto e il trio dietro formato da Florenzi, Mancini e Smalling. Quest'ultimo è spesso salito per aiutare ulteriormente i capitolini nel fari girare il pallone. Pellegrini è stato, come di consueto, il catalizzatore del gioco con Mkhitaryan accentrato per cercare le triangolazioni con Dzeko e i compagni mentre Kluivert è rimasto molto largo per puntare in rapidità Calderoni.
CONCRETEZZA - Nella ripesa, la Roma si è portata con maggiore autorità nella metà campo avversaria, giocando più verticale mentre il Lecce ha rifiatato un pochino.
L'azione del gol è il simbolo della concretezza, con Kluivert bravo ed efficace nel recuperare un pallone, scaricandolo a Mkhitaryan: l'armeno trova finalmente una linea di passaggio libera, un cross pennellato per la testa di Dzeko. Il resto l'ha fatto Gabriel.
GESTIONE - Dopo il gol di Dzeko, il Lecce ha alzato la pressione ma la Roma è stata brava a uscire sempre bene palla al piede con Veretout e Diawara poco visibili ma efficaci nelle giocate, semplici e pulite. Se Kluivert ha vinto il duello con il suo diretto avversario, non si può dire lo stesso di Babacar che, pur essendo molto più fisico di Florenzi, ha creato qualche problema ma non quanto avrebbe voluto e dovuto. I cambi di Fonseca per gestire le forze nell'ultima parte di gara sono stati logici: out uno stanco Florenzi per Spinazzola, fuori l'acciaccato Pellegrini per l'esplosività di Zaniolo (ancora più importante con gli avversari stanchi) e fuori l'altro acciaccato, Mkhitaryan, per Cristante, con Veretout che ha terminato l'incontro sulla trequarti.