Milan-Roma 3-1 - Scacco Matto - Lukaku poco coinvolto, esterni imprecisi e un pressing disordinato. La mossa di Pioli nel finale
LE SCELTE - José Mourinho sorprende tutti proponendo Svilar al posto di Rui Patricio. In difesa, Huijsen viene preservato dopo l'errore al derby e gioca Kristensen insieme a Mancini e Llorente. Celik e Zalewski giocano esterni con Cristante, Paredes e Bove in mezzo al campo. El Shaarawy viene schierato a supporto di Lukaku.
Pioli risponde con il consueto 4-2-3-1 con Calabria ed Hernandez sulle fasce. Adli e Reijnders formano la coppia di centrocampo con Pusilic, Loftus-Cheek, e Leao ai lati di Giroud.
PRESSING - La Roma vuole mettere pressione al Milan e non farlo giocare: la squadra giallorossa riesce anche a recuperare un paio di palloni nella metà campo rossonera ma, troppo spesso, aggredisce non come un blocco compatto, ma lasciando troppi spazi e troppe voragini, come fosse spezzata in due.
FASCIA DESTRA DELLA ROMA - Da quella parte, succede di tutto. Il Milan sfonda con Hernandez e Leao più forti e più tecnici di Celik e Kristensen. Con il Milan a trazione anteriore su quella fascia, i giallorossi avrebbero la possibilità di far male ma Celik non ha la qualità per sfruttare gli spazi a disposizione, nonostante l'unica occasione, nel primo tempo, sia proprio la sua, su assist di Cristante.
VORAGINI - Parlavamo prima delle uscite sbagliate dei giocatori della Roma, che consentono al Milan di trovare ampi spazi per attaccare. Al nono minuto del primo tempo, la squadra di Mourinho prova a pressare con El Shaarawy e Lukaku sui due centrali rossoneri, Cristante e Bove sui due centrocampisti centrali e Celik sale su Hernandez. Quest'ultimo, non trovano spazio, ricomincia da Reijnders, tenuto d'occhio da Cristante. Il centrocampista del Milan vede Calabria lasciato solo perché Spinazzola è rimasto nei pressi della difesa giallorossa. Calabria riceve, quindi, palla e fa partire un pericoloso contropiede. Pochi minuti dopo, la Roma si mostrerà non allineata anche a difesa schierata e prenderà gol: Bove cerca di recuperare palla con molta generosità, a volte troppa, e lascia scoperta la sua posizione. Paredes si schiaccia sulla linea difensiva, aprendosi e lasciando colpevolmente sguarnito il limite dell'area, proprio dove Adli riceve e da dove fa partire il dardo che trafigge Svilar. Colpevole anche Kristensen che, come spesso accadrà nella serata, si lascia superare troppo facilmente.
POCA BRILLANTEZZA E LUCIDITÀ - L'impegno c'è ma la Roma fatica a costruire trame pulite ed efficaci. Sbatte spesso contro la difesa rossonera da sinistra, con Spinazzola, mentre Celik, come accennato, non avrebbe la qualità necessaria per pungere, eppure è proprio la sua l'occasione migliore del primo tempo. Lukaku non riceve mai palla mentre El Shaarawy ha il merito di tentare la giocata, di tentare di inventare qualcosa, senza però risultare efficace.
CHI MARCA KJAER? - Il secondo gol del Milan si porta un grande interrogativo: chi avrebbe dovuto marcare Kjaer? Il problema non è un intervento in ritardo, non è Kristensen che rimane nella terra di nessuno, ma la questione principale è chi avrebbe dovuto marcare il difensore rossonero, che ha potuto agire totalmente indisturbato a pochissimi metri da Svilar. Inquietante.
POSSESSO ROMA, OCCASIONI MILAN - La squadra di casa può ora permettersi di lasciare giocare la Roma, farla scoprire per poi partire rapidamente in contropiede e va così vicina al gol in un paio di occasioni.
PELLEGRINI - A inizio ripresa, Mourinho aveva buttato nella mischia Pellegrini al posto di Mancini, che aveva dovuto alzare bandiera bianca, con Cristante arretrato in difesa. Il capitano giallorosso capisce di dover giocare vicino a Lukaku per sfruttare le sue sponde e, proprio così, nasce l'azione del rigore: Cristante trova in verticale Lukaku, che appoggia subito per Pellegrini, che aveva seguito il movimento. Calabria lo butta giù, rigore. Il numero 7 giallorossi riproverà altre volte a coinvolgere Lukaku e a giocare di sponda, rendendosi pericoloso. La Roma prende il coraggio, il Milan si disunisce e Pioli capisce che il centrocampo è ora in mano ai giallorossi, correndo ai ripari.
SCACCO MATTO - Escono i due esterni offensivi, Pulisic e Leao, ed entrano Musah e Okafor. Il Milan passa così al 3-5-2: Calabria, Kjaer e Gabbia formano la nuova linea difensiva. Musah, Adli, Loftus-Cheek, Reijnders ed Hernandez costituiscono la cerniera di centrocampo, con il numero 8 spesso e volentieri a supporto di Okafor e Giroud. Pioli rimpolpa così il centrocampo, mette forze fresche e libera maggiormente Hernandez, che sigla il 3-1 e chiude il match.