Roma-Feyenoord 4-1 d.t.s - Scacco Matto - Qualità e pazienza
Roma-Feyenoord 4-1 - I giallorossi travolgono gli olandesi e staccano il pass per la semifinale di Europa League contro il Bayer Leverkusen.
LE SCELTE - José Mourinho tiene in panchina Paulo Dybala, schiera Llorente al posto di Ibanez e sceglie Belotti al posto di Abraham. La Roma gioca con un 3-5-2 con Zalewski e Spinazzola sulle fasce mentre in mezzo al campo agiscono Cristante e Wijnaldum mezzali, con Matic in cabina di regia davanti alla difesa. Pellegrini si posiziona dietro a Belotti.
Slot risponde con un 4-2-3-1 con Wieffer e Kokcu coppia centrale di centrocampo. Jahanbakhsh e Idrissi giocano ai lati mentre Szymanski agisce alle spalle di Gimenez.
ATTEGGIAMENTO - La Roma inizia subito forte, pressando con i due esterni i terzini del Feyenoord mentre i tre centrocampisti prendono in consegna Wieffer, Kokcu e Szymanski. Più precisamente, come una settimana fa, Matic va su Szymanski mentre Cristante si occupa di Kokcu e Wijnaldum tiene d'occhio Wieffer.
FRECCIA A SINISTRA - Nella prima parte di gara, la Roma prova a far male da sinistra, con Spinazzola spesso cercato - e trovato - tramite precisi lanci lunghi da dietro. Il rovescio della medaglia è rappresentato dalla possibilità del Feyenoord di sfondare proprio da quella parte, sfruttando il fatto che Spinazzola rimane molto alto, e Llorente va un pochino in difficoltà contro Jahanbakhsh.
EL SHAARAWY - Dopo la prematura uscita di Gini Wijnaldum, è Stephan El Shaarawy a predere il suo posto, posizionandosi dietro Belotti, con Pellegrini che scala a centrocampo. Il Faraone tocca parecchi palloni ma è meno brillante ed efficace del solito, forse proprio a causa della posizione più centrale, nella quale è più marcato e può far valere di meno le sue progressioni palla al piede. Tant'è che, nel corso della ripresa, Mourinho lo sposterà sulla fascia, costringendo Slot a inserire il terzino Pedersen per marcarlo.
CAMBIO FASCIA - Nel secondo tempo del match contro il Feyenoord, la Roma prova a sfondare dalla fascia opposta, la destra, con Zalewski subito pericoloso nei primi minuti.
ATTIRARE LA PRESSIONE - Una delle poche cose degne di note compiute dal Feyenoord consiste nell'azione arrivata al quarto d'ora della ripresa, con gli olandesi bravi ad attirare la Roma fuori in pressione per poi uscire palla al piede, con passaggi rapidi e brevi. L'azione termina con un inserimento di Geertruida all'interno dell'area, con Rui Patricio che recupera il pallone.
I CAMBI - A 20 minuti dal termine, Mourinho butta nella mischia Ibanez per Llorente, Dybala per Zalewski e Abraham per Belotti. El Shaarawy passa così sulla fascia destra (costringendo Slot a inserire un terzino, Pedersen, mentre Dybala svaria sulla trequarti. Poco dopo, si fa male Smalling e la Roma è costretta a sostituire il secondo difensore in pochi minuti. Entra Kumbulla e Ibanez si posiziona al centro. Tutti questi cambiamenti in un reparto delicato, come quello difensivo, hanno l'effetto di far perdere i riferimenti ai difensori giallorossi, che perdono di vista Paixao per il gol che avrebbe potuto condannare la Roma.
I SINGOLI - A questo punto, escono fuori la personalità, il carattere e anche la qualità dei singoli. El Shaarawy dà il via all'azione, Pellegrini la rifinisce e Dybala trova il gol del 2-1. Il Feyenoord inizia a perdere lucidità e forze fisiche e sono i giallorossi a spingere per non andare ai rigori. Il gol di El Shaarawy è il frutto della qualità di Pellegrini, dell'altruismo di Abraham e del senso del gol del Faraone. Chapeau. Chiude i conti proprio Pellegrini ma è giusto citare anche Smalling, che non ha concesso nemmeno un minuto di libertà vigilata a Gimenez, oltre a sottolineare la prova del professor Matic (l'ennesima) e del Gallo Belotti, che ha sostenuto tutto il peso dell'attacco con caparbietà e anche qualità.