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Roma-Fiorentina 1-1 - Scacco Matto - Linea alta e il recupero palla per il gol di Lukaku, poi tanta disciplina difensiva

di Alessandro Carducci

La Roma impatta in casa contro la Fiorentina, con il gol iniziale di Lukaku e la rete nella ripresa di Martinez Quarta.

LE SCELTE - Nessuna novità, come previsto, in difesa e in attacco mentre a centrocampo José Mourinho cambia alcuni uomini. Giocano, infatti, sia Kristensen, sia Zalewski sulle fasce, con Paredes in regia e Cristante-Pellegrini mezzali. La difesa è ovviamente composta da Mancini, Llorente e Ndicka mentre Dybala e Lukaku guidano l'attacco.
Vincenzo Italiano propone un 4-2-3-1 con Ranieri in difesa al posto di Milenkovic, accanto a Martinez Quarta, mentre Kayode e Biraghi giocano terzini. Arthur e Duncan agiscono nel cuore del centrocampo con Bonaventura trequartista dietro a Nzola. Spazio a Ikoné e Kouame sugli esterni, con Gonzalez che parte dalla panchina. 

PRESSING - La Fiorentina, come previsto, inizia fin da subito ad aggredire la formazione giallorossa che, con le geometrie del suoi centrocampisti o affidandosi a Lukaku, riescono a eludere il tentativo dei toscani. Di contro, la squadra di Mourinho non aggressiva come gli ospiti ma vuole mantenere una buona pressione e la linea alta, come accade spesso, senza andare a contrasto ma occupando le linee di passaggio e cercando di indurre gli avversari in errore.

IL GOL - Ed è proprio ciò che accade in occasione del gol di Lukaku: sul rilancio di Rui Patricio, la difesa viola recupera la palla con Biraghi che serve Ranieri. Dybala gli si avvicina senza troppa enfasi ma mettendogli comunque pressione, mentre Cristante va su Duncan e Kristensen du Biraghi. Ranieri avrebbe potuto ricominciare da capo, magari dal portiere, ma messo alle strette decide di lancia lungo per Kouame. Mancini capisce tutto e va in ancitipo secco: la Roma recupera così la palla e costruisce l'azione che porterà al capolavoro di Dybala e al gol di Lukaku.

CAMBIO CAMPO - Con la Fiorentina a fare densità in zona palla per recuperarla, i giallorossi provano anche a sorprenderla con i cambi di gioco ed è proprio così che, al quarto d'ora, Zalewski, servito da Dybala, dribbla un avversario e restituisce la palla alla Joya, che spreca una buona occasione. Dopo l'uscita di Dybala, i capitolini rallentano parecchio e abbassano troppo il proprio baricentro.

AFFOLLAMENTO CENTRALE - I giallorossi decidono di rischiare e di lasciare i tre difensori uno contro uno con Nzola e i due esterni offensivi, mentre Bonaventura è guardato a vista soprattutto da Paredes. La squadra di Mourinho è molto abile a fare densità centrale, aiutata dal fatto che la Fiorentina non riesca a innescare gli esterni, imbottigliandosi spesso al centro.

NON AFFONDARE IL COLPO - La colpa della Roma, dal gol segnato in poi, è indubbiamente quella di non riuscire ad affondare il colpo, nonostante diverse e buone azioni create, per poi, inesorabilmente, abbassarsi sempre di più, troppo, fino a schiacciarsi nella propria metà campo. Atteggiamento, questo, favorito dall'espulsione di Zalewski, con i giallorossi che si sistemano con il 5-3-1, cercando di difendere il fortino fino all'ultimo.

GOL VIOLA - Il pareggio arriva subito dopo l'espulsione di Zalewski: l'azione inizia proprio con il calcio di punizione seguente al cartellino rosso e la viola, dalla fascia destra, passa rapidamente a sinistra con Kouame, il quale, affrontato in quache modo da Lukaku, mette la palla in mezzo, con Martinez Quarta che stacca esattamente in mezzo tra Mancini e Llorente. L'impressione è che nessuno dei due sia stato particolarmente attento, forse più Llorente che avrebbe potuto e dovuto vederlo arrivare.

FINALE CONVULSO - Dopo l'espulsione di Lukaku, la Roma si sistema come può cercando di difendere il pareggio e basta. La Fiorentina, invece, nella parte finale della partita fa entrare Gonzalez, Sottil e Lopez, aumentando la qualità e cercando di velocizzare e rendere più efficace il palleggio. Gli ospiti, però, faticano a creare vere e proprie occasioni e i giallorossi strappano così un punto.


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