Roma-Lazio 1-0 - Scacco Matto - Come De Rossi ha vinto il derby
LE SCELTE - De Rossi schiera i suoi con il 4-3-3 con Celik e Angelino, che vince il ballottaggio con Spinazzola, sulle fasce. Mancini e Llorente giocano centrali mentre a centrocampo agiscono Cristante, Paredes e Pellegrini. Dybala ed El Shaarawy vengono schierati a supporto di Lukaku.
La Lazio risponde con un 3-4-2-1 molto flessibile, che diventa 4-4-2 in fase di non possesso con Immobile a guidare l'attacco, Isaksen e Kamada dietro di lui e la coppia Vecino-Guendouzi in mezzo al campo. Marusic e Felipe Anderson agiscono invece larghi.
ATTIRARE LA PRESSIONE PER TROVARE SPAZIO IN MEZZO - La Roma costruisce, come ormai consueto, dal basso, palleggiando davanti alla propria area e attirando la pressione biancoceleste, che si attiva senza troppa convinzione perché Tudor non vuole finire nella trappola giallorossa. L'idea, infatti, è quella di far scoprire la Lazio, soprattutto con i due centrocampisti centrali, andando poi a colpire tra le linee, tra il centrocampo e la difesa.
LA POSIZIONE DI DYBALA - L'argentino, soprattutto da quando De Rossi siede sulla panchina giallorossa, ha maggiore libertà di svariare sulla trequarti offensiva. Già dopo pochi minuti di partita, riesce a farsi trovare libero proprio alle spalle di Vecino e Guendouzi, spesso troppo in linea e quindi facilmente attaccabili alle spalle.
IL LAVORO DI EL SHAARAWY - Il Faraone, invece, deve correre tantissimo per fare il difensore aggiunto in fase di non possesso, annullando così Marusic, e facendosi anche trovare pronto in fase offensiva. Un doppio ruolo svolto con una diligenza e una disponibilità al sacrificio encomiabili, a scapito di un pochino di lucidità in alcuni frangenti.
FASCE - La Roma avanza con meno problemi sulla fascia destra, con Celik che spinge parecchio, pur non essendo dotato di una qualità eccelsa. D'altronde, da quella parte la Lazio schiera Gila, che non è un terzino, e Felipe Anderson, il quale è pur sempre un calciatore con attitudini offensive.
Sulla sinistra, la Roma spinge un pochino di meno ma creando più pericoli: proprio da una combinazione tra Angelino ed El Shaarawy, complice una dormita di Marusic, scaturisce il corner che porta al gol di Mancini.
RIPRESA - Dopo il gol del vantaggio, la Roma gestisce la gara con molta esperienza, aiutata anche da una Lazio in evidente difficoltà. Tudor chiede più aggressività ai suoi, ma i giallorossi non rischiano praticamente nulla nel palleggio, facendo spesso girare a vuoto gli avversari. Lukaku cresce di prestazione e fa un lavoro importante spalle alla porta, consentendo alla squadra di rifiatare e di creare delle connessioni sulla trequarti.
DOPPIA PUNTA PESANTE - Quando vede la squadra stanca, De Rossi passa alla doppia punta, inserendo Abraham e ponendolo al fianco di Lukaku, per avere più fisicità e presenza sulle palle alte. Rimette la squadra a tre, con l'ingresso di Smalling, con Bove, Cristante e Pellegrini in mezzo al campo. Celik e Spinazzola agiscono larghi e, così, la Roma trascorre serenamente l'ultima parte di gara, con la Lazio incapace di un qualsiasi tipo di sussulto nonostante i cambi di Tudor e i tentativi di scuotere una squadra, quella biancoceleste, sopita.