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Roma-Sampdoria 2-1 - Scacco Matto - Mossa, contromossa e i cambi di Fonseca

di Alessandro Carducci

La Roma conquista i tre punti contro la Sampdoria grazie alla doppietta di Edin Dzeko.

LE SCELTE – Paulo Fonseca butta nella mischia Ibanez dal primo minuto accanto a Smalling, con Bruno Peres terzino destro e Kolarov terzino a sinistro nel 4-2-3-1 giallorosso. A centrocampo, spazio a Veretout e Diawara (quest’ultimo preferito a Cristante) mentre dietro a Dzeko agiscono Perez, Pastore e Mkhitaryan.
Risponde Claudio Ranieri con un solido 4-5-1. Archiviata la difesa a tre, che tanto male aveva fatto inizialmente contro l’Inter, i genovesi si coprono con  Bereszynski, Yoshida, Tonelli e Augello, preferito a Murru. Depaoli e Jankto giocano sugli esterni con Ekdal nel cuore del centrocampo, protetto dagli interni Thorsby e Linetty. In avanti, Gabbiadini guida l’attacco doriano.

PRESSING SAMP – I genovesi non rimangono ad aspettare la Roma e provano subito a mettere in difficoltà i padroni di casa con un pressing non asfissiante ma comunque costante, che costringe i capitolini spesso a lanciare lungo senza un’idea precisa. I giallorossi costruiscono con una linea a tre con Smalling sul centrodestra, Ibanez in mezzo e Veretout che si abbassa sul centrosinistra per consentire a due terzini di stare molto alti. Per eludere la pressione della Samp, Pastore si abbassa per ricevere subito palla mentre Mkhitaryan gravita dalle parti di Dzeko e si va a cercare gli spazi in area che il bosniaco gli lascia.

MOSSA E CONTROMOSSA – La Sampdoria tiene il pallone lo stretto necessario per far uscire il proprio avversario e provarlo a sorprendere con un’immediata verticalizzazione per la punta, ma Smalling e Ibanez sono attenti a coprire l’attacco della profondità di Gabbiadini. I blucerchiati provano inoltre ad attaccare le fasce, con l’interno di centrocampo che si allarga per creare superiorità sugli esterni grazie al terzino, all’esterno di centrocampo e all’interno. La Roma, invece, tenta di sfondare inizialmente per vie centrali per poi allargarsi soprattutto a sinistra, grazie alle discese di Kolarov. Ranieri intuisce il pericolo e cambia qualcosa. Inizialmente, infatti, Depaoli doveva rimanere più stretto a centrocampo per coprire il pressing portato avanti da Thorsby. Dalla mezz’ora del primo tempo, invece, quando la Roma attacca Depaoli si abbassa sulla linea difensiva (che diventa così a 5) con Bereszynski che diventa il centrale destro di difesa.

I SINGOLI – Nella ripresa la Sampdoria è costretta ad abbassare la pressione e si fa sentire un po’ di stanchezza. La Roma paga un errore ingenuo da parte di Diawara ma in avanti manca concretezza e Pastore, a parte una giocata geniale delle sue, accompagna molto poco e non incide. Gli ingressi di Cristante e, soprattutto, di Pellegrini cambiano le carte in tavola. Il numero 7 giallorosso ci mette 5 minuti ad accarezzare il pallone per Dzeko, che al volo fa quello che i campioni fanno: segnare gol belli e molto pesanti. Il bosniaco si ripete nel finale, ancora al volo, regalando tre punti fondamentali a una Roma non brillante dopo oltre tre mesi di assenza.


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