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Scacco Matto - Atalanta-Roma 1-2

di Gabriele Chiocchio

Tre punti importantissimi quelli che la Roma porta via dall’Atleti Azzurri d’Italia, battendo l’Atalanta per 2-1. Gara decisamente difficile quella della squadra di Garcia e ben preparata da Stefano Colantuono.

Pronti-via e i nerazzurri mostrano subito le loro intenzioni offensive: lancio per Denis e sponda per i vari Gomez, Baselli e Moralez. Ma soprattutto Raimondi, che beffa Cole e trova il numero 11, che dopo pochi secondi porta in vantaggio i suoi cambiando subito il copione della gara. I nerazzurri continuano nel loro pressing e cercano di sfruttare le fasce: sembra il remake della partita di Napoli, con la Roma che non riesce inizialmente a trovare intensità, anche dentro l’area di rigore dove spesso non basta un solo tentativo per allontanare la minaccia. Tuttavia la squadra di Colantuono non è quella di Benitez, il pressing ha qualche lacuna e Carmona viene subito ammonito. La fiducia col passare dei minuti cala e la difesa di casa è spesso scoperta quando viene rotto il primo pressing: l’uomo decisivo è Mattia Destro, che con le sue sponde per Pjanic prima e Nainggolan poi, permette alla Roma di sviluppare la sua manovra nello spazio aperto e di segnare quasi in fotocopia - per sviluppo dell’azione - i due gol che portano la Roma in vantaggio al riposo.

Nel secondo tempo è solo Atalanta, che dà fondo a tutte le energie rimaste per provare a pareggiare, sempre puntando sulla sponda centrale e sugli esterni. Garcia perde subito Torosidis ed è costretto a inserire Somma: il giovane ha istruzioni di rimanere bloccato, ma spesso scende insieme a Cole e questo porta uno squilibrio che il tecnico prova a tamponare richiamando Iturbe (già molto impegnato nella fase difensiva) per inserire un corridore come Alessandro Florenzi a dargli manforte. Passati altri minuti, Garcia leva dal campo anche Adem Ljajic per inserire Keita: mossa che apparentemente può abbassare il baricentro della squadra, ma che in realtà lo alza grazie alla freschezza, alla tecnica e all’esperienza del maliano che tiene palloni e guadagna punizioni, fino al fischio finale di Massa.

La Roma dunque prevale essenzialmente grazie al suo cinismo nell’approfittare delle uniche occasioni create, in una gara decisamente voltata alla sofferenza.


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