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Scacco Matto - BATE Borisov-Roma 3-2

di Gabriele Chiocchio

Serata da incubo per la Roma, che perde alla Borisov-Arena contro il BATE complicandosi il cammino nel Gruppo E di Champions League.

Viste le numerose assenze, Rudi Garcia rispolvera il tridente mini, rinunciando però a un uomo di equilibrio: con Iago acciaccato, Florenzi viene posizionato dietro, mentre davanti giocano Salah, Gervinho e Iturbe, che si alternano nel ruolo di riferimento centrale. Yermakovich manda invece in campo un 4-5-1 privo della qualità di Hleb, puntando tutto su forza e fiato dei suoi. I giallorossi iniziano corti e alti, sulla falsariga di quanto accaduto con la Sampdoria e con il Carpi, ma i piani bellicosi degli uomini in maglia grigia vengono rapidamente disinnescati: basta una combinazione al BATE, che approfitta di un pigro ripiegamento di Salah per mandare in gol Stasevich e un errore di posizionamento di Szczesny spalanca la porta a Mladenovic, per il 2-0 che arriva dopo appena 12 minuti. Il doppio cazzotto manda in totale trance la Roma, e ai padroni di casa basta semplicemente chiudere gli spazi e avvicinare De Rossi sui possessi palla della Roma, costretta a iniziare l’azione da Manolas e quindi con lentezza dovuta al piede non certo spettacolare del greco. Davanti la situazione non è certo migliore: ci si affida solo a estemporanee invenzioni di Pjanic, con i tre attaccanti che provano a turno a combinare col bosniaco senza particolare efficacia, mentre dagli esterni arrivano cross che, in assenza di un centravanti vero e proprio, rasentano l’inutilità. E Garcia paga anche la mossa del mancato equilibratore nella prima linea d’attacco: Gervinho non segue Mladenovic sull’invito di Volodko, guardato a vista ma con troppo spazio da difendere da Florenzi, e il terzino firma la doppietta e il terzo gol del BATE, tutti arrivati dal lato destro difensivo della Roma. A quel punto il tecnico giallorosso prova a cambiare qualcosa: fuori Vainqueur e dentro Iago Falque, per un 4-2-4 con Pjanic in mediana, Florenzi ancora terzino e quattro attaccanti esterni schierati in linea. 5 minuti di assetto ulteriormente squilibrato in avanti, che però non dà frutti fino al duplice fischio.

Nella ripresa Garcia stabilizza ulteriormente la formazione: fuori Iturbe e dentro Torosidis, Florenzi alzato di una linea e 4-4-2 con Salah e Gervinho di punta e Iago Falque sul lato opposto. L’equilibrio finalmente raggiunto permette alla Roma di far emergere i valori tecnici: il BATE pensa solo a difendere il punteggio acquisito e rilanciare i contropiede, mentre gli uomini in maglia grigia riescono finalmente a sciorinare gioco, con intensità mancata nel primo tempo ma comunque con combinazioni estemporanee e anche qualche variazione tattica, come l'interscambio tra Florenzi e Iago Falque che delega la ricerca dell'ampiezza ai due terzini. Mosse evidentemente sufficienti, visto il livello tecnico avversario, per andare a segno: Gervinho viene finalmente innescato in verticale e non sbaglia, poi Digne azzecca un gran cross con Torosidis ben appostato. La sfortuna nega a Florenzi il gol del pari e l'ingresso di Soleri è l'autentica mossa della disperazione, ma in generale la Roma paga errori di approccio alla competizione, in cui tutte le squadre hanno qualcosa da offrire, e di schieramento del suo allenatore, solo parzialmente sanati nel secondo tempo.


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