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Scacco Matto - Bayern Monaco-Roma 2-0

di Gabriele Chiocchio

“Non cambieremo la nostra identità, ma non vuol dire che non ci adatteremo”. Mezza verità quella raccontata in conferenza stampa da Rudi Garcia, che contro il Bayern mette in campo una squadra profondamente diversa dalla solita, puntando quasi solamente limitare i danni. La prima modifica è evidente: il 4-3-3 è solo nominale, gli undici giocatori in campo sono schierati con un 4-4-2 in cui Nainggolan è spostato a sinistra e Florenzi gioca sulla destra della linea dei centrocampisti. I due attaccanti sono una vera e propria prima e seconda punta, con Destro che spesso retrocede per difendere il pallone e Iturbe che svaria un po’ su tutto il fronte offensivo, avviando le ripartenze. L’argentino, oltre ai classici ribaltamenti lunghi, è di fatto l’unica arma offensiva della Roma, che punta principalmente su di lui per sfondare la prima linea di aggressione a palla persa del Bayern Monaco, che a sua volta impedisce, a costo di spendere fallo, ogni possibile possesso palla giallorosso.

Dall’altra parte, Guardiola schiera il suo consueto ventaglio offensivo e la squadra va piuttosto a folate, con blocchi di 6-7 minuti in cui impedisce totalmente alla Roma di uscire dalla propria metà campo. La soluzione offensiva principe è la ricerca di Lewandowski, abilissimo a difendere palla dentro l’area di rigore e a trasferire il tiqui-taca dei primi metri negli ultimi: questo appalesa il più grave difetto offensivo della Roma, che si lascia attrarre troppo dal pallone e concede spazi, sfruttati ad esempio dal possibile diagonale di Bernat salvato da Torosidis. Il Bayern non mostra tante idee e a un certo punto del primo tempo comincia a mostrare anche qualche lancio o tiro da fuori, ma proprio in quel momento subentra la variabile-Alaba. L’austriaco si muove su tutta la linea offensiva senza contromisure e diventa decisivo quando sceglie di agire a sinistra: l’intera linea difensiva, in un raro momento in cui viene colta troppo alta, si cura solo del movimento verticale di Lewandowski e gli lascia un enorme corridoio, puntualmente sfruttato con l’assist a Ribery che segna il gol dell’1-0, risultato con cui si chiude il primo tempo.

Il secondo tempo vede l’evento più interessante nell’uscita di Alessandro Florenzi, sostituito da Miralem Pjanic, che conferma lo schieramento a quattro a centrocampo. Per il resto la partita tattica muore definitivamente con il raddoppio di Mario Gotze, ancora su una bella giocata di Lewandowski e su un errore di Torosidis. La Roma resta bassissima senza prendere contromisure, il Bayern fa un po’ quello che vuole e continua a creare pur viaggiando a giri bassissimi. L’unica accelerazione paradossalmente la offre Neuer, strepitoso su Nainggolan, prima del fischio finale di Cakir.

Sarebbe troppo facile parlare di manifesta superiorità del Bayern come elemento decisivo; volendo essere più specifici, lo scacco matto di oggi lo dà Alaba, decisivo con la sua imprevedibilità per il gol dell’1-0.


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