Scacco Matto - Cagliari-Roma 2-2: le poche certezze portano al solito finale
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Gabriele Chiocchio
Con due gol di vantaggio, la Roma non riesce a vincere contro il Cagliari: finisce 2-2 e la classifica si arricchisce di un solo punto.
LE SCELTE - Senza il lungodegente Mario Rui, privato di Juan Jesus in allenamento e con un Emerson Palmieri in evidente difficoltà, Luciano Spalletti sposta Bruno Peres sulla fascia sinistra e rispolvera Alessandro Florenzi terzino destro, con Kostas Manōlas e Thomas Vermaelen al centro. In mezzo alla linea mediana torna Daniele De Rossi con Radja Nainggolan e Kevin Strootman, mentre davanti Edin Džeko va in panchina lasciando spazio al tridente piccolo composto da Mohamed Salah, Diego Perotti e Stephan El Shaarawy, vale a dire l’assetto con cui la Roma bene ha fatto nella seconda parte di stagione e che nelle intenzioni dovrebbe ridare certezze a un gruppo danneggiato mentalmente dall’esito del playoff di Champions League contro il Porto. Rastelli invece cambia, passando dalla difesa a 3 a quella a 4, con Marco Borriello e Marco Sau punte del 4-3-1-2.
LA PARTITA - Con una preparazione atletica ancora da mettere del tutto a punto, la Roma sceglie di partire forte: subito un’azione sulla catena sinistra di Bruno Peres, che combina con Strootman ed El Shaarawy e fallisce l’appuntamento solo davanti a Storari, poi è il numero 22 a farsi atterrare da Isla su un cambio di gioco di Florenzi e a guadagnare un calcio di rigore. Diego Perotti trasforma all’ormai solita maniera e la gara cambia subito indirizzo. È il Cagliari, infatti a dover prendere in mano le operazioni, ma inizialmente gli isolani faticano: le distanze tra i giocatori sono troppo lunghe e la riconquista del pallone è faticosa a causa della troppa passività. Ma non ci vogliono molti minuti per cambiare musica: la squadra di Rastelli comincia a girare il pallone senza alcuna apparente difficoltà, perché la Roma sceglie (?), vista la fatica che fa ad aggredire coralmente i propri avversari, di stare molto bassa, coprendo solo gli spazi dell’ultimo terzo. I rossoblu provano a far male con i cross e la loro imprecisione non viene pagata più di tanto: l’assenza di Džeko fa sì che Szczęsny debba giocare i rinvii dal fondo con precisione, specialmente verso Bruno Peres, quasi sempre schermato da Artur Ionita che riconquista facilmente il pallone. La prima punta nella Roma la fa Salah, che però non riesce a dare profondità; l’egiziano ed El Shaarawy hanno comunque il merito di lavorare molto in fase difensiva, effettuando profondi rientri per aumentare la presenza delle maglie bianche contro le azioni offensive del Cagliari, che per tutto il primo tempo alterna momenti di calma ad altri di pressione. Quando la Roma riesce a uscire, è pericolosa sia in transizione - che riesce a giocare in parità o anche in superiorità numerica, senza però sfruttarla - sia manovrando, grazie alla posizione di Nainggolan che, allargandosi costringe il Cagliari ad aprirsi. Nel finale di tempo però, il palo di Borriello convince Spalletti a cambiare subito qualcosa.
I CAMBI - Entra subito infatti Edin Džeko per permettere alla squadra di avere più fisicità e di rifiatare in alto. A lasciargli il posto è Stephan El Shaarawy, per mantenere la qualità di Perotti e le potenziali ripartenze di Salah. Il bosniaco è subito decisivo con la sua presenza in area: sponda perfetta sul cross di Salah e Strootman da breve distanza colpisce per il 2-0. Il Cagliari fatica a reagire, la Roma riesce a mantenere con più facilità il possesso palla ma è un giropalla di sola attesa, che lascia aperta la porta ai padroni di casa. Occasione immediatamente sfruttata dalla squadra di Rastelli, che riesce ad andare a segno con Borriello, puntuale nel tap-in dopo una bella azione personale, derivant dall'ennesimo traversone (difficilmente spiegabile vista la superiorità numerica sugli esterni garantita dal modulo) di Sau che manda a vuoto due difensori. La rete genera il classico boost psicologico per chi la segna: il pressing del Cagliari si alza di nuovo e Spalletti corre ancora ai ripari, richiamando un Perotti ancora non al meglio e passando a 5 difensori con l’ingresso di Federico Fazio, abile sulle palle alte. La linea, in realtà, fatica a posizionarsi, nei primi istanti Vermaelen non trova la posizione e i tempi di intervento, mentre il Cagliari prova con l’arma della parità numerica inserendo Giannetti per Padoin e passando alle tre punte. Barella, già usurato scala a centrocampo e questo fa il gioco della Roma, che può ripartire sfruttando gli spazi ma non riuscendo a riportarsi due gol avanti. A dieci dalla fine, un cambio per parte per ridare equilibrio ai reparti: Spalletti mette dentro Paredes, nella speranza che possa amministrare il ritmo della partita, al posto di Strootman, mentre Rastelli richiama Barella e rinforza il reparto con Deiola. È il Cagliari a tentare l’assalto finale alla ricerca di un episodio che possa portare al pari e l’episodio arriva: Florenzi, dopo una perfetta chiusura, gioca inspiegabilmente il pallone in orizzontale regalandolo al Cagliari, Isla trova una deviazione su un suo cross e Sau riesce a spizzare quel tanto che basta per battere Szczęsny e trovare il pari, a seguito del quale la Roma prova uno strappo inefficace nei minuti finali.
LA CHIAVE - Il fattore mentale ha avuto certamente un suo peso, ma a livello tattico Spalletti ha avuto troppe volte bisogno di correggere il tiro dalla panchina, segno di una squadra che ancora non ha certezze su cui fondarsi: sapere cosa fare nelle varie situazioni attenuerebbe certamente le difficoltà di gestione che portano a sanguinosi errori individuali che compromettono quanto di buono fatto durante la gara. È un problema, poi la gestione del ritmo della partita: l'impressione è che la squadra debba andare sempre al massimo per non rischiare di andare in difficoltà.