Scacco Matto - Empoli-Roma 1-3, gli episodi premiano l'identità giallorossa
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Gabriele Chiocchio
Sesta vittoria consecutiva per la Roma, che batte anche l’Empoli per 3-1 con una doppietta di El Shaarawy, un gol di Pjanic e l’autogol di Zukanovic.
LE SCELTE - Spalletti vede ridotta la rosa delle possibilità a causa dell’influenza, che impedisce a Manolas e a Dzeko di scendere in campo dal primo minuto. In difesa, con De Rossi indisponibile, va Zukanovic, con Rüdiger spostato sul centrodestra e Maicon e Digne sugli esterni; davanti va invece Diego Perotti con funzioni di falso nove, con Salah ed El Shaarawy ai lati e Nainggolan sulla linea di centrocampo completata da Pjanic e Keita. Giampaolo invece sostituisce lo squalificato Saponara con Krunic, che agisce alle spalle di Maccarone e Pucciarelli nel classico 4-3-1-2 dei toscani.
LA PARTITA - I giallorossi, analogamente alle altre gare in cui Perotti ha giocato in posizione centrale, si schierano di fatto con un 4-3-1-2 con l’argentino trequartista e i due attaccanti laterali pronti a stringere, mentre l’Empoli punta ad allungarsi difendendo con un blocco basso composto da tutti i giocatori tranne le due punte, pronte in posizione di sparo. I centrocampisti di Giampaolo sono però imprecisi a gestire gli spazi e sia Zielinski che Paredes vengono attratti dal numero 8 giallorosso, che libera El Shaarawy. È l’attaccante di sinistra a segnare, ma la Roma spinge maggiormente sull’altra corsia, con Maicon che si propone con continuità lasciando spazio alle sue spalle e costringendo Rüdiger a coprire più spazio e a difendere in uno contro uno con Maccarone. Inizialmente questa debolezza è parzialmente sanata dalla capacità dei due esterni offensivi di tenere a bada Laurini e Mario Rui, costringendo l’Empoli ad attaccare per vie centrali, ma il portoghese progressivamente aumenta la sua pericolosità fino ad arrivare al cross che porta all’autorete di Ervin Zukanovic. Il pareggio dura però il tempo di vedere lo sciocco fallo di Croce ancora su Perotti, che genera la punizione da cui nasce il gol del 2-1 per gli ospiti, che poi perdono Nainggolan per un problema fisico: al posto del belga non entra William Vainqueur ma Iago Falque, che si va a posizionare a sinistra nel centrocampo a 3, ulteriore manifesto della volontà di Spalletti di giocare palla a terra con qualità, anche eventuali transizioni che non si sviluppano con una verticalizzazione immediata per Salah, ma che vedono spesso una preparazione della giocata. Con un assetto così sbilanciato, l’ordine è quello di tenere la palla; e la Roma lo fa per i primi minuti del secondo tempo, prima della prima sostituzione di GIampaolo.
I CAMBI - Il tecnco dell’Empoli inserisce infatti Buchel per Krunic, spostando Croce, già molto attivo nei primi 45 minuti da intermedio, nel ruolo di trequartista. La sostituzione permette ai toscani di prender possesso del centrocampo e del pallone e di provare a sfruttare le falle della Roma, soprattutto dal lato di Maicon che col passare del tempo appare sempre più in difficoltà. In un match così combattuto, subentra anche il calo fisico visto nelle gare precedenti a Carpi-Roma e i giallorossi faticano anche a ripartire. Giampaolo vuole osare e passa alle tre punte, richiamando proprio Croce e inserendo Livaja, con Pucciarelli delegato al lavoro di raccordo tra i reparti, poi prova a dare freschezza al reparto con Mchedlidze per Maccarone. Spalletti inizialmente pensa a mettere dentro Dzeko per provare a tenere su palla, poi, viste le difficoltà di Maicon, opta per difendere più forte in basso facendo entrare Manolas e spostando Rüdiger a destra in coincidenza del secondo cambio dell’Empoli. Il tecnico di Certaldo è anche fortunato nell’episodio dell’errore di Skorupski che permette alla Roma di chiudere la partita e inserisce anche Edin Dzeko, per abbassare i ritmi e spegnere ogni velleità di rimonta della squadra di Giampaolo.
LA CHIAVE - Benché premiata da un paio di episodi (il fallo di Croce e l’errore di Skorupski), la Roma è stata ancora una volta brava a tenere il punto dopo il gol dell’1-1, ma soprattutto Spalletti ha mostrato tutto il suo coraggio e la sua voglia dare identità e personalità alla squadra, contro un’altra squadra dalla forte identità come l’Empoli. Restano ancora margini di miglioramento nella continuità nei 90 minuti, ma il lavoro di Spalletti prima di tutto sull’atteggiamento che la squadra deve avere in campo è già molto evidente.