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Scacco Matto - Napoli-Roma 2-4, la pressione dei singoli fa cedere gli azzurri

di Gabriele Chiocchio
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Gabriele Chiocchio

Vittoria a sorpresa della Roma, che schianta a domicilio il Napoli per 4-2, opponendosi con efficacia al rodato sistema di gioco azzurro.

LE SCELTE - Per l’occasione, Di Francesco si affida ai senatori. Davanti ad Alisson agiscono Alessandro Florenzi, Konstantinos Manōlas, Federico Fazio e Aleksandar Kolarov; Daniele De Rossi è il regista con Radja Nainggolan e Kevin Strootman ai fianchi, con Cengiz Under, Edin Džeko e Diego Perotti nel tridente. 4-3-3, ovviamente, anche per sarri, con il trio d’attacco titolare composto da José María Callejón, Dries Mertens e Lorenzo Insigne.

 

 

 

IMPREPARATI - Dopo qualche minuto in cui la Roma prova a contrastare il Napoli pressando alto, i giallorossi incassano subito il gol dell’1-0 con una classica azione d’attacco dei padroni di casa, tanto pregevole quanto prevedibile. Mário Rui sfrutta l’ampiezza a sinistra, poi riguadagna il mezzo spazio giocando su Insigne che viene attaccato, ma Piotr Zieliński recupera e permette ai suoi di riprovare lo stesso triangolo trenta metri avanti, ormai alle porte dell’area di rigore: il nuovo passaggio del terzino verso il centro diventa un cross basso arretrato, sul quale Manōlas sbaglia schiacciandosi troppo e non aggredendo ancora Insigne, che fa centro.

UNA VOLTA E POI MAI PIÙ - Ma passa appena un minuto e la Roma pareggia, con un po’ di fortuna vista la deviazione di Mário Ruisul tiro di Cengiz, riuscendo però nell’unica ripartenza veloce su una palla recuperata a metà campo. Per gran parte del resto del primo tempo, infatti, la Roma fatica tremendamente a riportare su il pallone una volta riconquistato, sia perché il pressing alto del Napoli è famelico, sia perché ci si rivolge quasi sempre alla fascia sinistra e alle conduzioni di Perotti e Kolarov, su cui Callejón fa un ottimo lavoro costituendo minaccia fissa e impedendogli di sganciarsi con continuità. Il possesso di palla azzurro, inoltre, è quasi inattaccabile, con linee di passaggio raramente sporcate e la variabile Mertens, che arretra indisturbato perché Fazio e Manōlas temono i tagli dall’esterno e preferiscono coprire il centro, lasciandogli libertà d’azione. La densità del 4-5-1 molto basso e stretto scelto da Di Francesco lascia tanto campo da percorrere per ribaltare l’azione, il più delle volte troppo.

I SINGOLI PER IL GRUPPO - A portare in vantaggio la Roma è un’azione che si sviluppa principalmente sulla catena di sinistra, con la novità, rispetto ai precedenti tentativi, di uno Strootman che, finalmente, crea superiorità numerica da quel lato completando i triangoli con Kolarov e Perotti, prima di un cambio di gioco - favorito da un rinvio errato del Napoli calamitato da De Rossi - ben orchestrato da Nainggolan e Cengiz che porta Florenzi a liberarsi per il cross, trasformato poi in gol a Džeko. Il tutto, però, nasce da un break palla al piede di Fazio, che spezza il pressing di due suoi avversari, e da un movimento ad arretrare praticamente a centrocampo di Džeko, che fa sì che l’azione non finisca prima ancora di iniziare: due giocate individuali che permettono la costruzione di una trama efficace alla quale partecipano, seppur interrotti, tutti gli 11 giocatori in maglia nera.

SEDUTI SUL MASSO - Sotto nel punteggio e con il gol di Dybala ancora nella testa, il Napoli non cambia spartito ma si scontra sul muro nero che ha davanti, su Alisson e sulla paura di non farcela, cominciando ad aumentare il numero degli errori tecnici e permettendo alla Roma di ripartire. L’ingresso di Marek Hamšík per Piotr Zieliński non modifica nulla, qualcosa in più fa quello di Gérson per Cengiz, che suggerirebbe una Roma ancora più coperta alla difesa del vantaggio di misura, ma non manca la voglia di ribaltare le azioni con più uomini possibili, tra cui Edin Džeko che inventa il gol del 3-1 anche grazie a un movimento del brasiliano a liberargli un po' di spazio. Con Arkadiusz Milik - al rientro - per Jorginho il Napoli passa al 4-2-4 e dà il via all’assalto; la Roma però non molla e attraverso i suoi singoli resta tranquilla e concentrata, sfruttando anche l’errore di Mário Rui, che interviene di tacco su un cross di Kolarov lasciando il pallone a Perotti che fa 4-1. Incredibile ma vero, gli ultimi minuti sono puro garbage time, con gli ingressi finali di Lorenzo Pellegrini per Perotti e di Stephan El Shaarawy per l’infortunato De Rossi e il gol del 2-4 di Mertens. Individualità più sul pezzo e un sistema a loro più adatto, dunque, sono stati gli elementi decisivi per far sì che la Roma portasse via l'intera posta dal San Paolo.


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