Scacco Matto - Porto-Roma 1-1: mezz'ora da Champions, poi il rosso cambia tutto
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Gabriele Chiocchio
Finisce 1-1 il primo round tra Porto e Roma, nei playoff di accesso alla fase a gironi della Champions League.
LE SCELTE - Il primo dei tanti ballottaggi in porta viene vinto da Alisson, che fa sedere in panchina Wojciech Szczęsny. La difesa è quella annunciata, con Alessandro Florenzi pronto a spingere a destra, Juan Jesus teoricamente più bloccato a sinistra, Kostas Manōlas e Thomas Vermaelen al centro. A centrocampo l’esperienza di Daniele De Rossi ha la meglio sulla freschezza di Leandro Paredes per completare il reparto con Radja Nainggolan e Kevin Strootman. Davanti, si siede Stephan El Shaarawy: il tridente è composto da Mohamed Salah, Edin Džeko e Diego Perotti, schierato a sinistra nelle distinte ufficiali. Dall’altra parte, Nuno cambia solo un uomo rispetto all’undici che aveva battuto il Rio Ave venerdì scorso: Adrián López prende il posto di Jesús Corona con Otávio e André André alle spalle di André Silva.
LA PARTITA - La Roma parte forte, con atteggiamento decisamente europeo: mantenimento del possesso palla e riconquista attraverso il contropressing sono i due obiettivi dei giallorossi, che riescono nell’intento per gran parte della prima frazione di gioco. Il centrocampo è rotante, inizialmente il triangolo ha il vertice posizionato in alto con Nainggolan che si muove tra Salah e Perotti, poi torna basso con De Rossi tra le linee, vista la difficoltà di coprire quella zona di campo già evidenziata nella scorsa stagione. Il Porto, al contrario, inizia passivo, non aggredendo il primo possesso giallorosso e affidandosi più alle ripartenze, guidate sul lato destro, dove Juan Jesus fa in difficoltà nonostante, dei due laterali bassi, dovrebbe essere quello più bloccato. Già venerdì scorso i Dragões avevano subìto gol su calcio d’angolo ed è quel che accade anche in questo caso, con Felipe che centra la sua porta e manda in vantaggio la Roma; e come venerdì scorso il gol subìto sveglia la squadra di Nuno Espirito Santo, che alza il proprio baricentro, anche se inizialmente in modo più quantitativo che qualitativo. Meno qualitative sono invece le possibilità di transizione della Roma, che con Perotti spreca due ghiotte azioni di contrattacco a causa della fretta del Monito di giocare il pallone. I giallorossi finiscono per abbassarsi e lasciano fare ai padroni di casa ciò che meglio sanno fare, vale a dire giocare il pallone con qualità e amministrarne il possesso. La squadra di Spalletti, poi, paga tutta l’aggressività messa in campo nella prima parte: le marcature preventive di Manōlas e Vermaelen avevano generato due cartellini gialli già nei primi 27 minuti, e al 41’ un errore di posizione del belga su un lancio di dalla trequarti per Adrian gli costa la seconda ammonizione e il viaggio anticipato per la doccia.
I CAMBI - La scelta di Spalletti non è inserire Federico Fazio, ma accentrare Juan Jesus e sostituire Diego Perotti, lasciando in campo Salah per sfruttare le ripartenze, rinunciando alla qualità del numero 8, forse più utile per rifiatare, con Emerson Palmieri, passando a una difesa a 4 più standard ma probabilmente sbilanciata viste le caratteristiche dei due terzini. Il Porto riesce, dunque, a dare fiato alle sue trombe più importanti, quelle delle fasce laterali: la Roma mantiene infatti un centrocampo a 3 e non riesce dunque a tamponare le avanzate esterne dei padroni di casa, nonostante la posizione più larga a destra di Nainggolan. La squadra di Nuno Espírito Santo segna prima un gol irregolare e poi pareggia con il rigore di André Silva provocato dal fallo di mano Emerson Palmieri, nel momento di massima pressione del Porto che la Roma fatica molto a gestire, non riuscendo a congelare il pallone per più di qualche secondo, quelli in cui Džeko raccoglie i lanci lunghi per poi cedere alla solitudine nella metà campo opposta. Dalla panchina gli interventi modificano ma non stravolgono: entrano Layún per André André e Jesús Corona per Adrián, mentre la seconda mossa di Spalletti è l’inserimento di Fazio per Salah. Quanto accaduto fino a quel momento suggerirebbe un 4-4-1 con Nainggolan ed Emerson Palmieri esterni di centrocampo per avere due uomini per fascia, invece lo schieramento scelto è un 5-3-1 più volto a coprire il centro. Il Porto continua a tentare di colpire in aggiramento, ma l’intensità cala - siamo sempre a metà agosto - e i giallorossi vedono sempre più vicina la linea del traguardo. Per raggiungerla, Spalletti richiama Florenzi inserendo Paredes e allargando definitivamente Nainggolan, mentre Nuno prova anche con Evandro al posto di Otávio, non riuscendo però a convertire in gol il dominio territoriale.
LA CHIAVE - L’espulsione di Vermaelen ha inevitabilmente cambiato una partita che la Roma aveva approcciato molto bene, riuscendo a controllare il match. Già prima del cartellino rosso, però, la squadra di Spalletti aveva già commesso qualche errore e si stava facendo mangiare campo dall’aumento di ritmo del Porto: da questo dovrà ripartire in vista del match di ritorno, a cui arriva con un risultato comunque positivo ma che tiene aperto l’esito dell’eliminatoria.