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Scacco Matto - Qarabag-Roma 1-2, due gol e poi i giallorossi perdono le distanze

di Gabriele Chiocchio
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Gabriele Chiocchio

Con decisamente più difficoltà del previsto, la Roma si libera del Qarabag e torna a prendersi tre punti fuori casa in Champions League quasi sette dopo l’ultima volta.

LE SCELTE - Ancora rotazioni per Di Francesco, che continua a usare tutta la rosa a sua disposizione. Davanti ad Alisson ci sono Bruno Peres a destra e Aleksandar Kolarov a sinistra, con Kostas Manōlas e Juan Jesus al centro. Maxime Gonalons è il mediano, con Lorenzo Pellegrini e Radja Nainggolan ai lati; Grégoire Defrel completa il tridente con i confermati Edin Džeko e Stephan El Shaarawy. Dino Ndlovu è l’unico riferimento offensivo del 4-1-4-1 di Gurbanov.

 

 

TENDE A BAKU - La missione di Di Francesco è chiara: trascorrere più tempo possibile nella metà campo del Qarabag, allo scopo in difficoltà non solo tecnica al cospetto dei più quotati avversari e di impedire di far loro prendere coraggio avvicinando, seppur sterilmente, la porta di Alisson. Nei primissimi istanti di gara gli azeri provano ad aggredire i giallorossi, ma basta poco per far diventare la squadra di Gurbanov la vittima dell’aggressione degli ospiti. La Roma non lascia spazio al possesso del Qarabag aggredendo immediatamente il portatore di palla in ogni situazione possibile, riuscendo con facilità nel suo intento iniziale grazie anche a un posizionamento ideale dei giocatori in campo, con i due intermedi più avanzati per attivare il pressing e la linea difensiva alta utile a impedire il ribaltamento. Il tutto porta al doppio vantaggio firmato da Manōlas e Džeko, frutto di un corner regalato da Agolli senza neanche essere pressato e di un’azione ben costruita dal bosniaco ed El Shaarawy.

UN ERRORE CAMBIA TUTTO - Un ritmo simile, seppur contro avversari di rango inferiore, lascia spazio a possibili errori: sul 2-0 la Roma decide di mantenerlo, faticando un po’ a stare compatta e, soprattutto, commettendo imprecisioni tecniche potenzialmente in grado di innescare le ripartenze azere: Gonalons perde un pallone col corpo orientato verso l’interno del campo sul pressing di Ndlovu, la difesa era predisposta per giocare in possesso e Pedro Henrique ha spazio per infilarsi e battere Alisson. Il 4-1-4-1 dei padroni di casa diventa un vero e proprio 4-3-3, con Richard Almeida e Madatov più stretti e alti e la Roma impiega qualche minuto per tornare ad attuare il piano originale, lasciando comunque più spazio all’iniziativa avversaria e giocando forse troppo in verticale anziché gestire maggiormente il pallone.

DISTANZE SBAGLIATE - Il Qarabag rientra aggressivo approfittando dello sbandamento collettivo della Roma: i giallorossi non riescono a stare alti, ma prima di tutto corti e compatti, allungando le distanze tra i giocatori e non riuscendo per questo a giocare un possesso palla efficace che inibisca l’azione avversaria. Di Francesco vede in Alessandro Florenzi un possibile collante tra i reparti e lo manda in campo al posto di Defrel, ma il simbolo della difficoltà romanista è Maxime Gonalons: il francese commette errori prima di tutto di scelta, pretendendo di giocare rasoterra palloni troppo lunghi, su un campo oltretutto danneggiato dalla pioggia, e finendo per perderli. Il tecnico non può fare altro che sostituirlo e al suo posto entra Daniele De Rossi. Il Qarabag si sbilancia con gli ingressi di Tarik Elyounoussi, Guerrier e Quintana, la Roma si trincera ulteriormente con Kevin Strootman per Pellegrini e bada a coprire soprattutto il centro, lasciando sfogo sulle fasce ai padroni di casa: da lì arriva il pericolo più grande della gara, con il colpo di testa di Ndlovu su un cross da sinistra che sibila alla destra di Alisson. Le energie poi vengono meno per tutte e la Roma, con fatica, riesce a portare via i tre punti da Baku.


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