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Scacco Matto - Roma-Benevento 5-2, Cengiz è ovunque e stappa i giallorossi

di Gabriele Chiocchio
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Gabriele Chiocchio

La Roma torna a vincere in casa e lo fa battendo per 5-2 il Benevento, un successo che serve ai giallorossi per tornare al quarto posto, in zona Champions League.

LE SCELTE - Le assenze a centrocampo, con due soli giocatori disponibili più De Rossi a mezzo servizio in panchina, si ripercuotono anche sulle scelte offensive: nel 4-2-3-1 di Di Francesco, Cengiz Ünder, Diego Perotti e Stephan El Shaarawy agiscono tutti alle spalle di Edin Džeko, con Gérson e Kevin Strootman cerniera centrale. Unico reparto confermato è la difesa, con Alessandro Florenzi, Konstantinos Manōlas, Federico Fazio e Aleksandar Kolarov davanti ad Alisson. Enrico Brignola guida l'attacco del 4-3-3 del Benevento, pronto a diventare 4-1-4-1 in fase difensiva: ai lati del centravanti agiscono Guilherme e D'Alessandro.

 

 

 

DOPPIA FRAGILITÀ - Di Francesco, in assenza di alternative, mette in campo un modulo che, di per sé, fa sì che la squadra finisca per allungarsi, viste le quattro linee da cui è composto, creando inevitabilmente spazio in cui infilarsi. Per evitare guai maggiori, si può scegliere di giocare un po’ più bassi o di schierare in mediana due calciatori pronti a coprire una grande porzione di campo: la Roma, invece, in campo ci sta altissima, con la difesa anche oltre la metà campo, e a centrocampo, oltre a Strootman, ha Gérson, migliorato nella fase di interdizione ma non certo un pitbull. La conseguenza è che il Benevento, in superiorità numerica in quella zona di campo, può palleggiare con più che discreta libertà e arriva al vantaggio con Guilherme dopo un’azione guidata rifinita da Gaetano Letizia sull’out sinistro. Scarsa intensità difensiva all’interno dell’area di rigore la causa principale del gol, ma anche tanta libertà per il terzino ospite; una situazione che si ripete spesso vista l’abbondante propensione di Florenzi a scendere per accompagnare Cengiz Ünder da quel lato.

DIFETTI A GALLA - Il Benevento è però la peggiore difesa del campionato e si capisce perché: i sanniti non riescono a difendere la profondità, specie sul loro lato destro dove D’Alessandro non aiuta quasi mai Venuti, e perde spesso e volentieri le marcature. Il primo aspetto regala ai giallorossi tante occasioni (puntualmente non sfruttate), il secondo il pari di Fazio, con un calcio di punizione simile a quello vincente di Roma-Cagliari, battuto sempre da Kolarov da sinistra. Nel finale di tempo riemerge poi la scarsa compattezza giallorossa, che porta la squadra a spezzarsi in due già dopo quaranta minuti: decisamente troppo presto.

CENGIZ OVUNQUE - Nel secondo tempo Di Francesco inizia invertendo gli esterni, nella speranza di aprire il campo avversario e di guadagnare in profondità, poi cambia idea: dopo circa 10 minuti, Stephan El Shaarawy lascia spazio a Grégoire Defrel, con Perotti che va a sinistra e Cengiz che torna a destra, in 4-2-4 che migliora la presenza nell'area di rigore senza far pagare difensivamente più di quanto già si stia facendo. E da destra arriva proprio da Cengiz l’assist per il 2-1 di Edin Džeko, che spegne (forse troppo presto) ogni velleità del Benevento; specie perché i sanniti non controllano più la posizione del turco, che prima si fa trovare libero al centro sull’assist da sinistra e fredda Puggioni sul suo palo, poi di nuovo da destra apre il sinistro a giro per il quarto gol, seguito dal tap-in di Brignola nell’azione successiva contro una difesa mal posizionata e deconcentrata. De Zerbi non riesce a risistemare i suoi e fa solo cambi conservativi: dentro Cristiano Lombardi, Bacary Sagna e Lorenzo Del Pinto per Marco D’Alessandro, Gaetano Letizia e Filip Đuričić. Nel garbage time finale, Di Francesco ne approfitta per dare minuti a Daniele De Rossi e Patrik Schick, al posto di Cengiz e Perotti, prima del rigore trasformato da Defrel per il 5-2 finale.


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