Scacco Matto - Roma-Lazio 2-1, Di Francesco vince a modo suo
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Gabriele Chiocchio
Primo derby e prima vittoria per Eusebio Di Francesco, che batte la Lazio per 2-1 grazie ai gol di Diego Perotti (su calcio di rigore) e Radja Nainggolan.
LE SCELTE - L’unico dubbio di formazione per Di Francesco era di carattere fisico: il tecnico sceglie di schierare Radja Nainggolan e lo posiziona nel suo centrocampo a tre con Daniele De Rossi perno centrale e Kevin Strootman sull’intermedio opposto. Tutto confermato anche negli altri due settori, con Alessandro Florenzi, Konstantinos Manōlas, Federico Fazio e Aleksandar Kolarov davanti ad Alisson, mentre in attacco ci sono Stephan El Shaarawy, Edin Džeko e Diego Perotti. Nessuna sorpresa anche in casa laziale, con Simone Inzaghi che mette il campo il suo consueto 3-5-1-1 con Luis Alberto alle spalle di Ciro Immobile.
UN PIANO PRECISO - In campo si vedono due squadre non certo brillanti, a tratti contratte, ma è la Lazio a dare l’idea di avere un piano preciso per offendere l’avversario. I biancocelesti prima partono forte, poi si abbassano forse troppo, in attesa della ripartenza utile, infine si dispongono con un blocco medio alto che solo talvolta pressa la costruzione bassa giallorossa, ma che ha lo scopo di rendere meno fluido il possesso palla immediatamente dopo l’ingresso nella metà campo opposta: sufficientemente in basso per non allungarsi, sufficientemente in alto per non dover percorrere troppo campo per arrivare alla porta di Alisson. La manovra offensiva biancoceleste si orienta prevalentemente sul lato sinistro, dove si sposta tutto il blocco fatta eccezione per Adam Marušić, che resta staccato a destra. Kolarov, comunque poco aiutato da Perotti, deve dunque scegliere se seguire il collettivo lasciando la fascia scoperta, oppure andare dietro al diretto avversario, esponendosi all’uno contro uno e aprendo uno spazio tra lui e Fazio, dove potenzialmente ci si può inserire: più spesso l’opzione selezionata è quella conservativa, che permette al montenegrino un paio di cross pericolosi ma non più di questo. Al contrario, la Roma dà il meglio di sé nella metà campo avversaria, con un pressing sulla costruzione bassa della squadra di Inzaghi ben eseguito in diverse occasioni, pur però non arrivando a generare transizioni di elevata pericolosità. Le azioni manovrate sono rese difficoltose dal buon atteggiamento difensivo della Lazio e l’unico pericolo per Thomas Strakosha arriva da calcio piazzato, con la girata di Džeko neutralizzata dall’albanese.
IL PIANO GENERALE - Sul finire del primo tempo, la Roma sale di intensità e con essa il suo pressing, che diventa sempre più efficace e permette ai giallorossi di aumentare, banalmente, il tempo di permanenza nella trequarti biancoceleste, esponendo i difetti dei singoli: a salire in cattedra, in negativo, è Bastos, che prima stende Kolarov in area di rigore e poi perde un pallone mortifero che porta, stavolta sì, la transizione del 2-0 di Nainggolan dopo il vantaggio dal dischetto di Perotti. È l’apice della ricerca di Di Francesco, con un pallone decisivo recuperato in alto, poco campo da percorrere, tanti uomini in zona palla e quindi superiorità decisiva.
OCCASIONE SFUMATA - La reazione di Inzaghi è innanzitutto conservativa: fuori Senad Lulić e Lucas Leiva, ammoniti, e dentro Jordan Lukaku e Nani. L’assetto diventa decisamente più propositivo: il belga offre decisamente più spinta del bosniaco e il portoghese è praticamente una seconda punta, con Luis Alberto che finisce a fare il regista. Con i biancocelesti a fare la partita, la Roma ha la ghiotta opportunità delle ripartenze per chiudere il match, ma un errore individuale di Manōlas, che commette un - a dir poco - ingenuo fallo di mano rimette tutto in gioco, grazie al penalty trasformato da Immobile. Il match diventa più difficile per la Roma, che comincia a compiere errori tecnici dovuti alla ridotta tranquillità: Di Francesco pensa innanzitutto a rinforzare la fascia dove agisce Lukaku, richiamando El Shaarawy (meglio nei rientri difensivi che negli sbocchi offensivi) e inserendo Gerson, per ricomporre un tridente anomalo in cui il brasiliano è chiamato a raddoppiare il più possibile il belga; poi, visti i problemi fisici di Florenzi, mette in campo Bruno Peres, fresco e in grado di tenere in velocità con il diretto avversario. Inzaghi mette dentro anche Patric levando un centrale, Radu; dall’altra parte un centrale entra, con Juan Jesus che prende il posto di Radja Nainggolan. La fisicità di Milinković-Savić, primo destinatario di lanci e cross, è ben tenuta a bada da Fazio e compagni e i giallorossi non rischiano più, vincendo un derby non snaturandosi ma capendo quando e dove andare a colpire e come evitare di crearsi problemi.