Scacco Matto - Roma-Lazio 3-2, l'andata pesa troppo
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Gabriele Chiocchio
È un 3-2 amaro quello con cui la Roma vince il match di ritorno della semifinale di Coppa Italia contro la Lazio, che grazie al 2-0 della prima partita accede alla finale.
LE SCELTE - Per tentare di rimontare i due gol subiti all’andata, Luciano Spalletti sceglie il 4-2-3-1. Davanti ad Alison ci sono Antonio Rüdiger ed Emerson Palmieri sugli esterni, con Konstantinos Manolas e Juan Jesus al centro. De Rossi non ce la fa e lascia il suo posto a Leandro Paredes accanto a Kevin Strootman; Mohamed Salah, Radja Nainggolan e Stephan El Shaarawy sono i tre trequartisti alle spalle di Edin Džeko. Simone Inzaghi sceglie invece la difesa a tre composta da Bastos, Stefan de Vrij e Wallace, con Felipe Anderson qualche metro indietro rispetto a Ciro Immobile.
IMBUTO AL CONTRARIO - Simone Inzaghi imposta ovviamente una gara difensiva, con il suo 3-5-1-1 che si mostra rapidamente nella sua vera natura di 5-3-1-1. Edin Džeko è costantemente attorniato da tre difensori centrali, tranne quando uno dei due esterni esce sul terzino avversario, col centrale laterale di riferimento che si sposta per coprire l’esterno. Un presidio così serrato della zona centrale porta ovviamente la Roma a sviluppare la sua manovra sulle fasce esterne, dove le catene però dialogano con poca qualità e Nainggolan non riesce a creare ulteriore superiorità svariando dalla sua posizione di trequartista: ne escono tanti, tantissimi cross (saranno 42 a fine partita), nessuno dei quali va a segno.
CAMBIO DIFETTOSO - La Roma, che deve spingere, lo fa con tanti uomini. A difendere sulle possibili ripartenze biancocelesti ci sono solo i due centrali e Leandro Paredes, con Strootman che si inserisce e i terzini che giocano oltre la linea mediana. Atteggiamento forse anche corretto, visto il passivo da rimontare, ma non accompagnato, almeno inizialmente, da un ritmo sufficientemente elevato per mettere apprensione anche solo a livello mentale alla Lazio. Solo col passare dei minuti la squadra di Spalletti riesce ad accelerare, continuando però ad accettare il possibile ribaltamento.
STATUE DI SABBIA - Il fatto paradossale è che, pur con due uomini per fascia contro uno della Lazio, la Roma soffra incredibilmente sulle corsie esterne, dove spesso si fa trovare scoperta e da dove arriva il gol dell’1-0, praticamente una condanna anticipata, di Sergej Milinković-Savić. Il numero 21 biancoceleste arriva al tap-in vincente dopo uno svarione di Manōlas su un cross di Felipe Anderson in seguito a un’azione rilanciata sul lato di Dušan Basta. Dall’altra parte pareggia Stephan El Shaarawy in seguito a un altro errore dell’altro leader difensivo, Stefan de Vrij, che allontana male un traversone di Antonio Rüdiger lasciando il pallone in area dove il 92 è bravo a girare subito in porta per alimentare la fiammella di speranza nei secondi quarantacinque minuti.
PANCHINE ALTERNE - Dopo l’intervallo ci sono due cambi, uno per parte. Simone Inzaghi lascia nello spogliatoio Stefan de Vrij e inserisce Wesley Hoedt, Spalletti conclude la gara di Jesus mandando in campo Bruno Peres, con Rüdiger che si riposiziona sul centrosinistra difensivo. Chiaramente la situazione del complessivo spinge la Roma ad attaccare ancora più sbilanciata, accettando il tre contro tre difensivo. Su una ripartenza, però, la linea difensiva giallorossa commette un errore che va anche oltre la situazione tattica: su un lancio da destra al centro, Rüdiger guarda il pallone contando sulla posizione nettamente irregolare di Felipe Anderson, ma dall’altra parte Bruno Peres cammina tenendo in gioco Immobile in posizione centrale, con Manōlas comunque ad ampia distanza dal numero 17 biancoceleste che, senza difficoltà, batte Alisson per il 2-1 che chiude definitivamente i giochi. Oltretutto era già pronto l’ingresso di Keita Baldé per forzare la situazione tattica venutasi a creare, cambio non più necessario e utilizzato per far risparmiare minuti a Felipe Anderson.
COMODI IN TRINCEA - Ampiamente soddisfatta del punteggio, la Lazio sceglie di fare nuovamente blocco basso anche nella propria area di rigore subendo subito il gol di Salah, dopo una bella azione di El Shaarawy. Con poco meno di venti minuti di sabbia nella clessidra, è il migliore in campo giallorosso a lasciare il campo per Diego Perotti, nel tentativo di mettere altra qualità nel mix offensivo; Inzaghi conclude i cambi rinforzando il centrocampo con Alessandro Murgia per Lucas Biglia, Spalletti concede gli ultimi dieci minuti a Francesco Totti, ma c’è troppa strada da fare - tre gol - e poco tempo per farla. La Roma ne percorre un terzo segnando con ancora con Salah e vincendo la partita, ma lasciando la qualificazione alla Lazio.