Scacco Matto - Roma-Pescara 3-2, cambia l'avversario ma non il copione
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Gabriele Chiocchio
Tanta fatica per la Roma, che batte il Pescara per 3-2 rischiando fino all’ultimo di non portare la barca in porto col vessillo.
LE SCELTE - Luciano Spalletti conferma in blocco la difesa simmetrica del match contro il Viktoria Plzen: Bruno Peres ed Emerson Palmieri sono i terzini, Antonio Rüdiger e Federico Fazio i centrali. A centrocampo non c’è Daniele De Rossi e non c’è neanche Leandro Paredes, fermato da un problema alla caviglia: con Kevin Strootman c’è Gerson, all’esordio in Serie A dal primo minuto. In avanti torna il quartetto titolare: Mohamed Salah, Radja Nainggolan e Diego Perotti agiscono alle spalle di Edin Džeko. 3-4-2-1 invece per Massimo Oddo, con Simone Pepe e Ahmad Benali alle spalle di Jean-Christophe Bahebeck.
LA PARTITA - Neanche un minuto e cambia subito il Pescara: Bahebeck esce infortunato e al suo posto entra Gianluca Caprari, che ne eredita anche il ruolo. Neanche sei e cambia anche il punteggio: Džeko sblocca subito il match arpionando un angolo battuto da destra e batte Albano Bizzarri. Già prima del gol si sono però notati due elementi di interesse: con entrambi i terzini che salgono, Strootman esegue la salida lavolpiana (arretramento tra i due difensori centrali) per aiutare l’inizio azione e si rivede un classico spunto offensivo, la doppia verticalizzazione operata da un centrocampista e da Džeko in direzione di Salah. Il numero 9, poi, mette dentro il 2-0 su un cross di Perotti e la partita è già in discesa. La possibilità di giocare in campo aperto ingolosisce la Roma che lascia il pallone al Pescara. Gli abruzzesi però sanno cosa fare con la sfera e con rapidi scambi riescono a sfondare un paio di volte, centrando la porta di Szczęsny e convincendo la Roma a riprendere con più continuità a tenere il pallone.
I CAMBI - All’intervallo Oddo si gioca la sua seconda sostituzione: al posto di Davide Vitturini entra Valerio Verre e il modulo diventa 4-1-4-1 con Caprari riferimento centrale. Con questo sistema gli abruzzesi si rendono più pericolosi, prima comandando la partita, poi sfruttando le ripartenze quando invece è la Roma ad attaccare: in particolare, la fascia destra è terra di conquista e di esecuzione di cross bassi, a cui si abbinano buoni movimenti degli attaccanti che si dividono nell’attaccare i due pali e nell’arretrare per sfruttare lo spazio che si crea: così arriva il gol del 2-1 di Ledian Memushaj, che riapre la partita. Spalletti corre al riparo con una sostituzione: fuori Radja Nainggolan, ammonito ormai da diversi minuti, e dentro Daniele De Rossi, con Gerson spostato più avanti rispetto alla sua posizione originale. Il numero 16 entra subito nel vivo del gioco, fungendo da riferimento e calamitando ogni pallone nella sua zona. Da una delle sue aperture nasce l’azione personale di Perotti che si fa stendere da Crescenzi e segna dal dischetto il gol del 3-1. Sul nuovo cambio di risultato, Francesco Totti prende il posto di Gerson, ma la partita non è finita. Su una respinta corta di Emerson, su un cross di Alessando Crescenzi, stavolta dalla fascia sinistra, arriva la rete del 3-2, dopo il quale Oddo richiama Benali per inserire Bryan Cristante. Il Pescara alza il livello di aggressione e prende pienamente possesso della partita, con la Roma ridotta solo alle ripartenze e ai palloni lanciati su Džeko. Con nella clessidra soltanto i tre minuti di recupero, Spalletti spende l’ultima sostituzione, facendo uscire Salah e inserendo Thomas Vermaelen. Rüdiger si sposta a destra e Bruno Peres si sposta a destra diventando la principale porta d’uscita della Roma dalla sua metà campo. Di fatto non si gioca più e la Roma riesce a portarsi a casa la posta.
LA CHIAVE - Di fatto, i tre punti arrivano “solamente” grazie al fatto di aver indirizzato la partita nei primi minuti: il doppio svantaggio è risultato un handicap troppo grande per un Pescara comunque bravo a capire la partita e a provare e quasi riuscire nella rimonta. La Roma conferma tutti i suoi difetti, nessun miglioramento dal punto di vista della gestione della partita, rimasta aperta fino all’ultimo secondo anche contro una squadra a quota 7 punti di cui tre ottenuti a tavolino, nell’unico successo stagionale.