.

Scacco Matto - Roma-Torino 3-2, 86 minuti e poi Totti...

di Gabriele Chiocchio
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Gabriele Chiocchio

Un finale da infarto consegna alla Roma la vittoria e un margine di 7 lunghezze sull’Inter in chiave terzo posto, con 12 punti ancora a disposizione, contro un Torino mai domo e dalle caratteristiche ben definite.

LE SCELTE - Ancora tanti cambiamenti per Luciano Spalletti, complici i non recuperi di Digne e Pjanić: a sinistra gioca per la prima volta da titolare in campionato Emerson Palmieri, con Maicon dall’altra parte e Kostas Manōlas e Antonio Rüdiger al centro. A centrocampo viene confermato Alessandro Florenzi intermedio sinistro, con Radja Nainggolan e Seydou Keita - e non Daniele De Rossi - a completare il pacchetto. Davanti non c’è Edin Džeko: spazio al tridente leggero composto da Mohamed Salah, Diego Perotti e Stephan El Shaarawy. Nel Torino confermato il 3-5-2: gli attaccanti sono Josef Martinez e Andrea Belotti, a sinistra non c’è Cristian Molinaro ma Gaston Silva, a destra invece regolarmente presente Bruno Peres.

LA PARTITA - Il Torino arriva all’Olimpico con la sua consueta strategia: giro palla basso tra i tre centrali per farsi venire a prendere alto dall’avversario e sfruttare gli spazi che si aprono. Questo approccio sarebbe neutralizzabile con un organizzato dispositivo di pressing, di cui però la Roma non dispone: i tre attaccanti si accoppiano ai tre difensori del Torino, ma il pallone esce lo stesso perché i centrocampisti non accompagnano con adeguato tempismo. Il tutto permette alla squadra di Ventura di trovare spazi sulla trequarti, spazi in cui Belotti si fa trovare spesso indisturbato creando da solo pericoli e centrando il palo a metà frazione. La manovra offensiva della Roma è troppo legata agli scambi stretti con l’ausilio di Diego Perotti, che viene spesso indietro a prendersi il pallone, e ai lanci per Salah, spesso fuori misura; la manovra sulla fascia sinistra è praticamente inesistente, meglio a destra grazie a Maicon che spinge aprendo uno sbocco, ma spesso a livello personale. All’intervallo a decidere è un errore individuale: Manōlas stende Belotti in area e il 9 trasforma il rigore dell’1-0 granata.

I CAMBI - Un quarto d’ora e Spalletti gioca il tutto per tutto: fuori Emerson Palmieri, dentro Edin Džeko. Keita arretra la sua posizione e si affianca quasi ai due difensori centrali, Maicon resta a destra e a sinistra va Florenzi, Nainggolan è l’unico centrocampista effettivo, con il tridente iniziale alle spalle del bosniaco. Il Torino mantiene l’assetto, sostituendo solamente Gaston Silva con Molinaro: i granata cedono a loro volta su calcio piazzato, ed è proprio Manōlas a rimettere a posto le cose. Il gol conferisce ulteriore forza mentale alla Roma, che si spinge ulteriormente alla ricerca del vantaggio, rischiando però di sbilanciarsi. Spalletti se ne accorge e inserisce Pjanić per El Shaarawy, cercando di ricompattare la squadra, ma passa un minuto e il Torino, che ha rinforzato il centrocampo con Vives per Baselli, sfonda sul lato di Florenzi, palla dentro di Bruno Peres e Martinez fa 2-1. C’è ancora un cambio a disposizione di Spalletti e il tecnico inserisce Francesco Totti: non c’è un motivo tattico specifico, se non la presenza in area sulla punizione battuta da Pjanić per ciò che accade nei successivi minuti. Il Capitano prima si fa trovare pronto dopo la spizzata di Manōlas e fa 2-2, poi calcia di potenza in rete il rigore guadagnato da Perotti e la Roma vince la partita.

LA CHIAVE - Un nome e un cognome: Francesco Totti. 86 minuti tutto sommato poveri, con un risultato cambiato essenzialmente da calci piazzati ed errori individuali, sono stati sbriciolati dal suo ingresso, che ha comunque una coerenza con quanto dichiarato da Spalletti: la Roma si è avvalsa della sua qualità nel momento di difficoltà e ha avuto ragione. Molto più semplice di quanto la si possa dipingere.


Altre notizie
PUBBLICITÀ