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Spezia-Roma 0-1 - Scacco Matto - Come i giallorossi hanno fatto uscire il pallone dal basso

di Alessandro Carducci

La Roma ottiene una vittoria fondamentale grazie al rigore di Tammy Abraham a tempo abbondamente scaduto.

LE SCELTE - José Mourinho deve fare ancora a meno di Ibanez e Zaniolo, sorprendendo tutti con l'inserimento di Zalewski dal primo minuto. Il portoghese, assente in panchina per squalifica, cambia ancora sistema di gioco e propone un 3-4-2-1 con Mkhitaryan e Pellegrini alle spalle di Tammy Abraham. Cristante e Veretout agiscono a centrocampo con Karsdorp sulla fascia destra e Zalewski a sinistra. Mancini, Smalling e Kumbulla formano la linea difensiva. 
Thiago Motta risponde con il consueto 4-3-3 con  Amian, Erlic, Nikolau e Reca a comporre la linea difensiva. Sala, Kiwior e Bastoni giocheranno a centrocampo mentre Verde e Agudelo agiranno a supporto di Nzola.

LA GIUSTA ATTITUDINE - I giallorossi, come accade ormai da diverse partite, alzano subito il baricentro per mettere in difficoltà lo Spezia. Thiago Motta non è da meno e mette pressione alla Roma per infastidire la fase di costruzione dei giallorossi.

DISORDINARE LO SPEZIA - Per eludere il pressing, i capitolini fanno girare palla davanti all'area di rigore, attirando la pressione degli avversari. Dopo aver allungato lo Spezia, i giallorossi sfruttano molto la qualità di Pellegrini e Mkhitaryan per uscire con qualità. Più di una volta, il numero 7 giallorosso si allarga sulla sinistra per ricevere senza essere marcato, con Zalewski che avanza e stringe. La stessa cosa fa in più di un'occasione Veretout: il senso è, probabilmente, quello di attirare fuori posizione la mezzala dello Spezia per creare una linea di passaggio per un filtrante.

PELLEGRINI - Il centrocampista giallorosso non dà punti di riferimento e si muove tantissimo lungo tutto il fronte offensivo, venendo spesso incontro seguito da Sala. Cerca lo spazio tra linee, spazio agevolato proprio dalla strategia della Roma che attira lo Spezia in avanti per allungare la distanza tra i reparti, favorendo gli smarcamenti proprio di Pellegrini e Mkhitaryan. Il centrocampista romano è il più mobile e, oltre a venire incontro e a smarcarsi tra le linee, come già accennato si allarga sulla sinistra, per ricevere palla senza essere pressato, e attacca molto spesso la profondità, più frequentemente rispetto al solito. In particolare, quando Abraham viene incontro Pellegrini punta verso la porta e i due mostrano di avere un'ottima intesa.

ATTACCHI DIRETTI - Oltre a Pellegrini, gli improvvisi lanci in profondità servono anche a cercare Karsdorp sulla fascia destra. L'olandese si inserisce bene in un paio di occasioni ma non riesce a concretizzare il lavoro e, ultimamente, non è la prima volta.

CRISTANTE - Spesso criticato per la sua lentezza, bisogna sottolineare la buona prova di Cristante che, soprattutto nel primo tempo, ha fatto girare il pallone con rapidità di pensiero ed efficenza. Notevoli un paio di aperture, il primo verso Pellegrini e il secondo, un filtrante basso, verso Karsdorp. Sempre al posto giusto.

LE MOSSE - Nella ripresa, la Roma cambia sistema di gioco e passa al 4-3-2-1, con Karsdorp, Smalling, Kumbulla e Zalewski (quest'ultimo bravo ad adattarsi a un ruolo non suo, intellinigente tatticamente anche se sofferente nell'uno contro uno difensivo, come prevedibile). Cristante vertice basso con Mkhitaryan a destra e Veretout a sinistra. Zaniolo e Pellegrini agiscono dietro Abraham. L'ingresso di Zaniolo porta imprevedibilità, forza fisica e tanti tentativi di andare in rete. Il tentativo di ingolfare la metà campo offensiva di attaccanti - dopo l'ingresso di El Shaarawy e Shomurodov - non ottiene invece grandi risultati e, anzi, l'impressione è che troppi calciatori offensivi messi tutti insieme intasino la trequarti rendendo più agevole agli avversari la difesa. Nel finale, arriva comunque una vittoria stra meritata che fa respirare la squadra di Mourinho.


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