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Torino-Roma 2-3 - Scacco Matto - Mancini bene quando difende in avanti e i movimenti che hanno portato al primo gol

di Alessandro Carducci

La Roma supera il Torino per 3-2 assicurandosi, così, matematicamente il quinto posto e l'accesso diretto alla prossima Europa League. 

LE SCELTE - Fonseca conferma il 3-4-2-1 con Mancini, Smalling e Kolarov sulla linea difensiva. A centrocampo, riposa Veretout con Cristante accanto a Diawara mentre Bruno Peres e Spinazzola agiscono ai lati. Con Pellegrini out, Perez prende il suo posto accanto a Mkhitaryan e dietro all'unica punta, Edin Dzeko. 
Longo manda in campo una formazione rimaneggiata, con il Torino ormai certo della permanenza in Serie A. Out Sirigu, put Bellotti così come Aina, con i granata in campo con un 3-4-1-2 con Verdi alle spalle di Zaza e Berenguer mentre Lukic e Meitè costituiscono la cerniera di centrocampo, supportati sulle fasce da Singo e Ansaldi.

PRESSING - I padroni di casa decidono di esercitare fin da subito una pressione molto alta con i tre attaccanti che aggrediscono la linea difensiva giallorossa, coadiuvati da uno tra Lukic e Meité, che attacca il centrocampista della Roma che si abbassa per ricevere. La Roma risponde con un paio di aperture con il compasso di Kolarov, che spaventano la difesa granata, con i giallorossi bravi a cercare i due esterni per allargare il gioco, tenendo contemporaneamente Perez e Mkhitaryan tra le linee per fare male al Torino nello spazio centrale davanti alla difesa, che spesso rimane scoperto.
 

PRIMO GOL - Subìto il primo gol a causa di un'uscita errata di Kolarov e una lettura tardiva di Mancini, la Roma riprende a giocare come se nessuna fosse e, poco dopo, arriva il pareggio. L'azione è frutto di alcuni movimenti interessanti da parte dei singoli: il tutto parte da un errore di Mancini, che rimedia sfruttando una sua grande caratteristica, l'aggressività. Difendere in avanti è un suo punto di forza e il pallone da lui recuperato finisce tra i piedi di Dzeko, che effettua il suo consueto movimento incontro per ricevere palla, alzare gli occhi e distribuirla nel miglior modo possibile. In questo casa, vedere Bruno Peres libero a destra e passa al brasiliano. A questo punto quattro movimenti fanno la differenza: Perez si porta via un uomo attaccano il corridoio di destra, Cristante si smarca a sostegno della manovra, cioè venendo dietro alla linea della palla e suggerisce il passaggio di Bruno Peres. Ricevuta palla, Cristante vede il movimento di Mkhitaryan, che si stacca anch'egli dalla linea difensiva granata ricevendo spazio nello spazio che si è venuto a creare davanti alla difesa, spazio che spesso diviene un punto debole del Torino. L'armeno riceve palla e innesca l'ultimo, decisivo, movimento: quello di Dzeko ad attaccare la profondità, con il bosniaco che riceve palla e segna il gol del pareggio.

GESTIONE GARA - Con la testa un po' a Siviglia, per usare le parole di Dzeko, la Roma è brava a concedere poco al Torino, rimanendo molto corta e con Diawara bravo a capire sempre cosa accadrà prima che ciò accada, giocando di anticipo o comunque muovendosi di conseguenza. Con il passare dei minuti, cresce anche la prestazione di Mancini, sempre più a suo agio a difendere in avanti che a fare il semplice marcatore. La Roma disturba l'inizio della manovra granata pressando con Dzeko, e due mezzepunte e Cristante che, come fa solitamente Veretout, funge da falso trequartista con la Roma spesso schierata con una corta di 3-3-3-1. Errore di Pau Lopez a parte, la squadra di Fonseca gestisce con maturità ed esperienza la gara, vincendo con merito e blindando il quinto posto.


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