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Season Review - Alessandro Florenzi, il cigolio di un’altalena d’emozioni

di Alessandro Pau

Partire da titolare, con la fascia al braccio, e ritrovarsi ad essere ceduto in prestito nel mercato invernale. In mezzo un’altalenante prima parte di stagione, in cui Alessandro Florenzi, il protagonista di oggi di Season Review, è riuscito a toccare il campo solo in metà delle partite giocate dalla Roma.

RENDIMENTO - All’alba della stagione Alessandro Florenzi era considerato indubbiamente il titolare della Roma sull’out difensivo di destra, anche in virtù di quelle fascia ereditata da due giocatori come Francesco Totti e Daniele De Rossi. Inizia bene, venendo schierato titolare nelle prime tre gare stagionali contro Genoa, Lazio e Sassuolo. Nella prima partita di Europa League, in cui accumulerà solamente 96 minuti totali in tutta la fase a gironi, contro l’Istanbul Basaksehir non viene impiegato da Fonseca, che si affida ancora a lui nelle successive tre sfide di campionato contro Bologna, Atalanta e Lecce. Al Via del Mare, il 29 settembre, lascia il campo al 77’ di gioco, chiudendo quella che potremmo definire la prima parte, abbastanza positiva, della sua stagione.

Archiviato, quindi, un buon periodo, l’altalena di Florenzi si tuffa in una fase discendente, buia, dalla quale nasce probabilmente l’attrito che lo porterà all’arrivederci di gennaio. Salta le sfide contro il Wolfsberger e il Cagliari, tornando a giocare titolare il 20 ottobre contro la Sampdoria e restando in campo per 75 minuti. Termina il mese di ottobre racimolando solamente 18 minuti complessivi nelle due partite contro il Borussia Mönchengladbach e l’Udinese, restando fuori contro il Milan. A novembre la situazione non migliora: la prima e unica apparizione arriva il 24 del mese, contro il Brescia, da titolare. Resta fuori per altre due gare ed entra solo all’89’ nella trasferta con l’Inter, datata 6 dicembre.

Nell’ultimo mese dell’anno sembra ritrovare una certa continuità: infatti, dal match casalingo contro il Wolfsberger, inizia una serie di sei partite consecutive giocate da titolare. Nel 2-2 con gli austriaci, però, al 10’ è un suo autogol a stabilire il momentaneo 1-1 dopo l’iniziale vantaggio giallorosso firmato da Perotti su calcio di rigore. Nel successivo incontro con la SPAL riesce a entrare nel tabellino dalla parte giusta, firmando un assist per il definitivo 3-1 di Mkhitaryan. Partecipa anche alla bella vittoria di Firenze sui viola, chiudendo così l’anno solare in un modo abbastanza positivo. Il 2020 si apre, almeno per lui, come si era chiuso il 2019, ovvero con un posto nell’undici titolare. Al contrario, è la Roma a soffrire, perdendo le due sfide con le torinesi, entrambe in casa. Il 12 gennaio, contro la Juventus, gioca la sua ultima partita in Serie A. Infatti, dopo aver disputato 79 minuti nella vittoria del Tardini sul Parma negli ottavi di finale di Coppa Italia, resta in panchina contro il Genoa e torna in campo allo Stadium, sempre in Coppa Italia e ancora contro la Juventus, fino al 68’, quando lascia il posto a Veretout. In quel momento, la stagione di Alessandro Florenzi in maglia giallorossa è terminata. L’esterno di Vitinia ha avuto solo il tempo di essere convocato per il derby, in cui ha guardato dalla panchina i compagni impattare per 1-1 contro i biancocelesti: poi, dopo neanche una settimana, è volato a Valencia per provare a rilanciarsi nella seconda metà di stagione con la maglia dei pipistrelli.

STATISTICHE - Nella prima parte della stagione 2019/20 Alessandro Florenzi ha collezionato in totale 18 presenze, solo il 62% del totale (29 partite). Nel dettaglio, per 15 volte è partito titolare, di cui 12 in Serie A, una in Europa League e due in Coppa Italia. Le altre tre volte è entrato a partita in corso, due in Serie A e una nella competizione europea. I minuti raccolti da Alessandro Florenzi in Serie A sono 1002, 96 quelli in Europa League e 147 minuti in Coppa Italia. L’aspetto più strano di tutto ciò, è che il capitano non ha mai saltato una gara per infortunio o squalifica, bensì tutte per scelta tecnica, in una stagione in cui la rosa è stata comunque falcidiata dalle assenze.

Non ha segnato nessun gol, ma un autogol nella gara contro il Wolfsberger, unica sfida in cui è partito titolare nella fase a gironi della competizione. Inoltre, nella partita successiva a quella contro gli austriaci, ha firmato il suo unico assist, che ha permesso a Mkhitaryan di siglare il 3-1 contro la SPAL. Nei 96 minuti disputati in Europa League ha fatto registrare una percentuale del 100% sul numero di contrasti vinti (3 su 3), mentre in Serie A solamente il 50%, cioè 14 su 27. Ha intercettato 18 passaggi, ovvero uno a partita, stessa media delle spazzate, che sono in totale 19. Ha commesso solamente 11 falli, beccandosi però ben 5 cartellini gialli, tutti in campionato.

Non si è fatto vedere molto in attacco, arrivando al tiro solamente in 15 occasioni: 10 volte fuori area e 5 dentro. Su 11 dribbling tentati, solamente 4 volte è riuscito ad uscirne vincitore, perdendo nelle altre 7 occasioni: lo stesso numero è quello relativo alle palle perse. Il duello aereo non è il suo punto di forza, considerando anche l’altezza: su 29 contrasti aerei, solamente 14 volte ha avuto la meglio. Su 637 passaggi, gliene sono riusciti 513, ovvero l’80%, a fronte di 124 passaggi errati. Dei passaggi riusciti, ben 15 sono risultati essere dei passaggi chiave.

In Serie A Alessandro Florenzi ha corso 9,52 km a partita in 1.066 minuti giocati. Tra tutti gli altri terzini giallorossi, solamente Aleksandar Kolarov fa registrare numeri superiori: il serbo infatti corre 10,53 km a partita in 2.150 minuti disputati. Molto simili i numeri di Spinazzola, con 9,37 km a partita in 970 minuti. Buona la media di Bruno Peres, con 8,55 km a partita nei 364 minuti giocati fino ad ora. La media più bassa spetta a Santon, con 7,98 km a partita nei suoi 641 minuti.


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