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Season Review - Gianluca Mancini, il mediano che gioca in difesa

di Luca d'Alessandro
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Luca d'Alessandro

Dopo l'exploit con l'Atalanta nella passata stagione, il nuovo DS Petrachi (anche Monchi prima di lui) ha messo gli occhi su Mancini, portandolo alla Roma in estate. Prestito di 2 milioni più 13 d'obbligo d'acquisto a cui aggiungere bonus fino a raggiungere un massimo di 8 milioni di euro. Un investimento importante per le casse della squadra, considerato che il club bergamasco è riuscito a strappare un ulteriore 10% sul prezzo di cessione in eccesso rispetto a quanto già maturato a titolo di corrispettivi fissi e variabili.


RENDIMENTO - Se fare bene nell'Atalanta di questi tempi è una cosa "facile", cambiare totalmente modo di difendere è un qualcosa assai più complicato. Queste prime righe sono un primo riassunto della stagione giocata (fino a questo momento) dal difensore giallorosso. Un qualcosa che esclude l'aspetto mentale, la pressione mentale, di chi arriva alla Roma per sostituire numericamente e qualitativamente un leggenda come Manolas, l'eroe di Roma-Barcellona 3-0. 

Fin dalle prime amichevoli, nonostante contro il suo Perugia abbia segnato una doppietta, ha manifestato difficoltà nel passare dalla collaudata difesa a 3/5 di Gasperini alla linea difensiva a 4, molto alta di Paulo Fonseca. Non è un caso che nella gara d'esordio del campionato il mister abbia preferito la coppia Fazio-Jesus, impiegandolo soltanto nei minuti finali, dove anche lui partecipa anche lui alla sagra dell'errore difensivo, perdendosi Kouamé in occasione del gol del definitivo 3-3.

Da quel primo match in poi, anche grazie all'arrivo in rosa di Chris Smalling, Mancini trova quel posto da titolare per qui è stato acquistato, trovando nel compagno di reparto il giusto partner. Con l'inglese a giocare più staccato, lui è libero di aggredire alto, a volte nella metà campo avversaria, gli attaccanti che si trovano spalle alla porta giallorossa. Mossa che si è rivelata a doppio taglio, poiché un tentato anticipo fatto coi tempi sbagliati ha scoperto in più di un'occasione la retroguardia romanista (un modus operandi che statisticamente porta a 8 palloni recuperati a partita, con appena 1 nella metà campo avversaria per partita, gli stessi di Smalling). Il rendimento delle prestazioni è stato ottimo nel periodo fine ottobre-sosta natalizia, dove in più di un'occasione è stato tra i migliori, se non il migliore in campo. 

C'è un punto di svolta nella sua stagione, Roma-Milan del 27 ottobre, dove Fonseca, in emergenza nel reparto, a sorpresa schiera Mancini mediano accanto a Veretout. Al di là dell'assist fornito a Dzeko, gioca una partita tatticamente eccellente, abbassandosi tra i due centrali (riproponendo la linea a tre in cui era solito giocare) e allo stesso tempo facendo molto filtro in mezzo al campo, lasciando più libertà di manovra a Veretout. Un esperimento che appaga critica e tecnico, tanto che lo ripropone in quella posizione nelle successive tre partite (poi di nuovo a Bergamo contro l'Atalanta). 

Tornato in difesa, specie da gennaio in poi, cala vistosamente di rendimento, lui così come tutta la Roma, inanellando prestazioni al di sotto della sufficienza. Su tutte, la gara disastrosa contro il Sassuolo, dove sbaglia sia in fase di impostazione, sia sui contrasti. 

STATISTICHE - Con 1 gol e 1 assist in Serie A è venuta a mancare una delle doti principali che ha caratterizzato Mancini nella scorsa stagione, dove ha segnato ben 5 gol da difensore. Giocatore che tenta l'anticipo in maniera aggressiva, è al 16° posto in Serie A per palloni recuperati (285). Allo stesso tempo questa sua indole lo porta a trovare, in maniera quasi puntuale, il cartellino giallo: 10 ammonizioni e 1 espulsione per somma di cartellini gialli gli hanno fatto saltare ben 3 giornate di campionato per squalifica (nell'ultima gara giocata stagionale era out proprio per questo motivo). Bassa la percentuale di duelli vinti col 62%, basta paragonarlo a Smalling che ha il 72,5% (+10,5%) o a un difensore di rendimento come Acerbi che si assesta sul 73,9% (+11,9%). Un dato statistico curioso è quello dei falli subiti in Serie A, gli stessi subiti dall'attaccante del Napoli, Milik (17). Motore perpetuo in campo, percorre di media 10,66 km a partita (2.127 in campionato). Non è un caso che l'85% delle volte sia stato schierato titolare, collezionando 2.665' in stagione (1.976' in Serie A, 509' in Europa League, 180' in Coppa Italia). 


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