Season Review - Leonardo Spinazzola, un po' Dr. Jekyll e un po' Mr. Hyde
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Marco Rossi Mercanti
Il 30 giugno 2019 le società Roma e Juventus ufficializzavano un affare che le vedeva coinvolte. Infatti, Luca Pellegrini si recava a Torino a fronte di un corrispettivo fisso di 22 milioni di euro, pagabili in tre esercizi, con Leonardo Spinazzola che volava, invece, nella Capitale per la cifra di 29,5 milioni di euro, firmando un quadriennale.
RENDIMENTO – Con Kolarov ormai verso la fase finale della sua carriera con i suoi 34 anni, il ds Petrachi ha deciso di puntare sul classe ‘93 di Foligno per essere una valida alternativa al terzino sinistro serbo, in modo da gestirlo e gettarlo nella mischia in incontri dove sarebbe servita la sua esperienza e personalità. Inoltre, un altro aspetto che sicuramente il ds capitolino ha preso in considerazione è la duttilità di Spinazzola, dal momento ch’egli nasce sì come terzino sinistro ma può ricoprire lo stesso ruolo dalla parte opposta e può essere schierato anche come esterno sinistro di centrocampo.
Nonostante gli auspici, la stagione di Leonardo Spinazzola è stata piuttosto altalenante. Dopo un buon precampionato, a pochi giorni dal debutto è costretto a fermarsi per un problema muscolare che lo esclude dai convocati sia contro il Genoa che contro la Lazio. Nel primo incontro dopo la pausa per le nazionali, Spinazzola riesce a debuttare in maglia giallorossa, entrando nel finale della sfida per 4-2 contro il Sassuolo. Dopo un altro spezzone contro il Bologna, nel primo turno infrasettimanale esordisce da titolare contro la sua ex Atalanta, uscendo per un piccolo infortunio al 56’ sul risultato di 0-0 (0-2 per gli orobici il punteggio finale, ndr).
Il giocatore, comunque, riesce a trovare una discreta continuità sino al 10 novembre 2019, quando deve nuovamente abbandonare anzitempo il terreno di gioco nella trasferta di Parma, finita con il successo ducale per 2-0. Da quel momento, infatti, Spinazzola colleziona ben 7 panchine nelle successive 13 sfide di campionato, venendo tuttavia schierato sempre titolare negli incontri di Europa League, doppia sfida contro il Gent dei sedicesimi di finale compresa.
Il rendimento altalenante di cui sopra può essere spiegato con alcuni numeri. In Serie A, ad esempio, è il migliore tra i suoi compagni nel recuperare, in media sui 90’, più palloni nella metà campo avversario, ovvero 1,78 a partita. Tuttavia, in rapporto di dribbling riusciti rispetto a quelli tentati, è il terzo peggiore nella rosa giallorossa con il 41%, dietro ai suoi colleghi di reparto Bruno Peres e Florenzi (quest’ultimo da gennaio in prestito al Valencia). Anche in fatto di palloni persi Spinazzola non se la cava benissimo: tra campionato e coppe, infatti, ha una media di circa 10 palle perse, con il “picco” raggiunto in Europa League nel 2-2 casalingo contro il Wolfsberg con 24, sebbene nello stesso match ne abbia recuperati 14 (stessa cifra raggiunta in Roma-Napoli 2-1, ndr), suo record personale che certifica ulteriormente come talvolta sia “Dottor Jekyll” e talvolta “Mr. Hyde” per citare il famoso romanzo di Robert Louis Stevenson.
Nell’ultima sessione invernale di mercato, forse convinto anche dalla lettura di questi dati, il ds Petrachi aveva avallato la decisione di inserire Spinazzola come pedina di scambio per Politano, con la Roma alla disperata ricerca di un esterno offensivo per rimpiazzare Zaniolo, infortunatosi al crociato nel corso della sfida contro la Juventus del 12 gennaio. Quando tutto sembrava definito, con i due giocatori già nelle rispettive nuove città, con tanto di visite mediche effettuate, arriva il dietrofront dell’Inter, con la Beneamata che chiede ulteriori test perché non convinta appieno dalla tenuta atletica del calciatore.
Il 17 gennaio l’affare salta definitivamente, con Politano e Spinazzola che fanno marcia indietro (l’attaccante finirà poi al Napoli, ndr) e con il terzino che, appena due giorni dopo, viene schierato titolare nella trasferta contro il Genoa, dove disputa probabilmente la sua miglior prestazione stagionale, condita da un assist e un autogol propiziato. A fine gara, Spinazzola si sfoga: “Io sto bene, mi sembra una follia che si dica che sia rotto. Ho una carica di rabbia per quello che mi hanno detto. Mi hanno detto che sono rotto, ma sono chiacchiere. Gioco con la Roma, ho giocato con la Juventus, l'Atalanta e la Nazionale, allora tutti i medici sono incompetenti? Ho dimostrato che sto bene e sono molto carico”.
STATISTICHE – Analizzando i numeri, Leonardo Spinazzola è sceso in campo complessivamente in 22 occasioni da inizio stagione (15 in Serie A, 7 in Europa League, mai in Coppa Italia), schierato titolare 10 volte in campionato e 6 in Europa, un dato che ci permette di capire come Fonseca lo consideri maggiormente il giovedì sera che nel weekend. Curiosamente, l’unica sconfitta della Roma in questa edizione della competizione europea risale alla trasferta tedesca contro il Borussia Mönchengladbach, con Spinazzola out per affaticamento muscolare. Il minutaggio totale, dunque, è di 1427’, suddivisi in 904’ in Serie A e 523’ in Europa League.
Per quanto concerne le reti realizzate, il terzino giallorosso è riuscito a esultare una volta nella trasferta austriaca contro il Wolfsberg chiusa 1-1, per quella che è stata la terza realizzazione assoluta in carriera dopo le sporadiche gioie con Empoli e Siena. Soffermandoci, invece, sugli assist vincenti, il numero è di 1, confezionato in campionato contro il Napoli.
A sottolineare la duttilità del giocatore, Spinazzola ha ricoperto tre ruoli venendo utilizzando come terzino sinistro, posizione naturale, in 7 incontri (3 in Serie A e 4 in Europa League), mentre è sceso in campo ben 14 volte come terzino destro (10 in Serie A e 4 in Europa League) e una sola volta come esterno sinistro dei 5 di centrocampo nel ko casalingo per 0-2 contro l’Atalanta in campionato allo stadio Olimpico del 25 settembre 2019.
In Serie A, rispetto al “collega” Kolarov, Spinazzola corre meno (9,37 km a partita contro i 10,53 del serbo) ed effettua esattamente la metà dei passaggi chiave (12 a 6), uscendo “sconfitto” anche nel confronto degli assist (3 a 1), sebbene sia doveroso ricordare come il serbo sia sceso in campo 8 volte in più rispetto all’italiano.
Interessante, infine, il paragone tra i due in Europa League, avendo giocato lo stesso numero di partite (7) e praticamente gli stessi minuti (513’ Kolarov, 523’ Spinazzola). I due quasi si eguagliano per la precisione nei passaggi (243 riusciti su 310 per Kolarov, pari al 78%; 240 riusciti su 312 per Spinazzola, pari al 77%), con il serbo che è avanti per cross andati a buoni (16 a 9) ma indietro per numero di palloni recuperati (28 a 18 per l’italiano).