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Roma-Atalanta vissuta dagli spalti

di Emanuele Melfi
Fonte: VoceGiallorossa.it

Un Olimpico pieno d'amore accoglie la vittoria che proietta la squadra giallorossa in testa alla classifica del campionato italiano. Il calore e l'amore dei tifosi giallorossi si sono fatti sentire pesantemente sin da subito: un boato fragoroso ha accolto l'entrata in campo della squadra per il riscaldamento. Il mister, come di consueto, fa il suo ingresso in campo per caricare la squadra e l'accoglienza non può che essere calorosa: cori per lui, per De Rossi e capitan Totti che ricambiano salutando e baciando la curva. Siamo a ridosso della partita, la tensione è alta: tutti sono consapevoli che la Roma è obbligata a vincere. Così l'annuncio della formazione da parte dello speaker diventa l'occasione per gridare il proprio amore. All'ingresso in campo delle due squadre, accompagnate dalle note di Antonello Venditti, lo stadio è imbandierato. Sud, Nord, Tevere e Distinti sono praticamente esauriti e lo spettacolo che offre un Olimpico vestito a festa è incommentabile. Lo striscione in onore di "Cocacola" e il "Roscio", i tifosi giallorossi scomparsi, è uno squarcio di tristezza in una giornata di festa.
Al gol di Vucinic lo stadio esplode, la Roma è momentaneamente prima. Arriva il vantaggio del Bologna, altro boato. Intanto da Milano arrivano notizie buone: Maxi Lopez ha appena portato in vantaggio il Catania. L'Olimpico, ora, è una bolgia. Il raddoppio di Cassetti ci da la consapevolezza che il sogno di effettuare il sorpasso sta diventando concreto.
L'umore dell'Olimpico cambia repentinamente al gol di Tiribocchi: la Sud continua incessantemente a sostenere la Roma con cori rabbiosi e pieni di passione ma l'aria è pesante e la paura di un eventuale pareggio nerazzurro la fa da padrone. L'Atalanta, tranne l'occasione capitata tra i piedi del numero 90, non crea tantissime occasioni da gol ma lo stadio ammutolito dice tutto. Il grandissimo sospiro di sollievo arriva nei tre minuti di recupero: Totti e il pallone sono al sicuro nell'angolo che divide la Sud dalla Tevere e, si sa, in quei frangenti Francesco è una sicurezza. L'arbitro fischia, noi esultiamo: è la fine, la Roma è prima.


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