Torino, Petrachi: "Con la Roma avevo trattato Bellingham e Pedri". VIDEO!
Gianluca Petrachi, ex direttore sportivo della Roma, ha rilasciato un intervista a DoppioPasso Podcast di cui vi proponiamo uno stralcio.
Ci puoi fare qualche nome di calciatori che hai trattato?
«Ce ne sono tantissimi che avevo trattato per la Roma come Bellingham. Tchouameni lo volevo portare al Torino...ci sono stati dei giocatori che poi alla fine per un motivo o per un altro non sono venuti. Lo stesso Pedri, quando ero alla Roma, era un giocatore per il quale mi arrabbiai con il mio capo scout. Era andato in prestito dal Barcellona e il mio capo scout diceva che fisicamente in Italia lo avrebbero "sverniciato". Però ti posso dire che su queste cose sono più bravi loro perché ho trattato dei giocatori che neanche mi ricordo. Questo perché quando vedo un calciatore lo identifico non per quello che è ma per chi mi somiglia. Per esempio Pedri magari mi somigli a Verratti e per me era Verratti. Quando ogni tanto poi rivedo delle gare dico: "Ma questo questo era quello che chiamavo Tizio e Caio, adesso è arrivato al Real Madrid"».
PETRACHI E IL RETROSCENA PRIMA DI SCEGLIERE FONSECA - «Parlai con Antonio Conte, immediatamente, sia con Conte che con Gasperini. Con Antonio c'è stato sempre un legame molto forte, siamo cresciuti insieme. Nel settembre dell'81 ci siamo conosciuti e abbiamo fatto tutta una trafila insieme, quindi sarebbe venuto. Poi si confrontò con la proprietà e feci parlare anche con il presidente, con Pallotta, ma alla fine c'era qualcosa che non quadravo. Mi sono detto: "O Antonio o Gasperini, io casco bene". Solo che uno era un amico, quell'altro era un allenatore conoscente che stimavo, che mi piaceva molto perché volevamo già portarlo al Torino con Cairo qualche anno prima. Antonio a un certo punto mi dice: "La situazione non mi convince del tutto, non vedo quella voglia di vincere". C'è una visione, c'è un'idea, abbiamo già anche visto qualcosina della squadra, così come con Gasperini, però Gasperini fu onesto, mi disse: "Io ho un rapporto importantissimo con la famiglia Percassi, con Antonio, spero che mi liberi perché io ho ancora un altro anno di contratto, però non voglio rinnovare perché ci sono delle cose che non mi piacciono all'interno del club". Poi la terza scelta era De Zerbi e Roberto mi disse: "Ho dato la parola d'onore al presidente Squinzi, non lo posso tradire"».