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Bellinazzo: "Reazione sproporzionata, forse qualcosa di vero c'è"

di Redazione Vocegiallorossa
Fonte: Rete Sport

Il giornalista de Il Sole 24 Ore Marco Bellinazzo è intervenuto ai microfoni di Rete Sport per commentare le parole di James Pallotta di ieri sera, che aveva smentito le precedenti dichiarazioni dello ste Bellinazzo, che annunciato che la Roma sarebbe in vendita.

Sul tuo articolo colpisce la perentorietà con cui Pallotta ha messo la Roma sul mercato. Poi c’è la smentita: qual è il confine tra possibile, probabile e il certo. Spiegaci.
“Innanzitutto onorato del fatto che Pallotta e la Roma abbiano smentito l’articolo di un umile cronista come me. Ne prendo atto, ma resta il fatto che non ho bisogno di cercare notorietà. avevo le mie fonti, i riscontri dovevano esserci. Nel caso di ieri affronto anche altri temi, altre società. Ho riscontrato che esiste un dossier relativo alla vendita della Roma: c’è effettivamente la volontà di sondare il mercato, e lo si può fare per varie motivazioni. Si dà mandato per cercare soggetti interessati all’acquisto e questa valutazione si fa ad ampio raggio; se arrivano offerte, queste vengono portate all’attenzione della proprietà e si valutano. Questo non significa automaticamente che la Roma verrà venduta”.

Praticamente tu dici "se fa lo stadio non vende e al contrario venderà”?
“Sì, sta nei numeri del bilancio questa situazione, per mantenere l’impianto Roma ci sono costi alti. In alternativa per avere modo di mantenere la rosa devi avere ricavi in crescita e la Roma non li ha, nonostante le plusvalenze e le speranze della società americana. La Roma ha il bilancio in rosso ed è sotto osservazione Uefa. Quindi bisogna portare un aumento strutturale dei ricavi e questo lo fai solo con lo stadio. Altrimenti il business plan della Roma non farà il salto di qualità”.

Ma se Pallotta venderà perché non farà lo stadio, perché qualcuno dovrebbe comprare la Roma?
“Vero, infatti quell’operazione è da 1 miliardo e 200 milioni, e non si gioca solo su un piano burocratico. L’idea di un passo indietro potrebbe essere usato come acceleratore per sollecitare la politica. Stiamo parlando dell’opera più importante di Roma, di un’operazione in grande. Se ci sono questi problemi non dipendono solo da una parte, ma devono riuscire tutti a sedersi e a capire il da farsi”.

Pallotta ha definito il tuo articolo foolish, spazzatura. Cosa rispondi a questo?
“La reazione dovrebbe essere proporzionata all’offesa e se è stata così forte la reazione forse qualche cosa di ciò che ho scritto è vero. Una caduta di stile che da Pallotta non mi aspettavo; di presidenti che hanno acquistato in Italia io ho sempre preferito il romano, un po’ spiace”.

Quanto pesa su Pallotta il fatto che l’80% dei candidati sindaci dica no allo stadio della Roma?
“La miopia italiana da anni ci costringe a vedere questo spettacolo che specula sulle costruzioni, che evita sul dato centrale dell’infrastruttura sportiva in Italia. C’è un abisso tra Italia e Europa: il calcio è diventato industria, chi è davanti si gode i grandi giocatori e noi ci accontentiamo di questa miopia che fa scappare i giocatori, Se dobbiamo rinunciare a tutto per i comitati territoriali allora siamo indietro, senza per questo voler dare spago agli speculatori”.


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