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Lazio-Roma, i top e flop del match

di Greta Faccani

Ogni derby che si rispetti è destinato a fare parlare di sé e anche il match di ieri contro la Lazio ha generato - e continuerà a farlo - diverse discussioni tra tifosi ed addetti ai lavori. Cinque reti in totale, terza sconfitta consecutiva della Roma nella stracittadina e quarta gara stagionale in cui prima i giallorossi vanno in vantaggio, poi si fanno riacciuffare (e superare) dagli avversari. Ecco i top e flop della gara. 

TOP 

IL RICORDO - Il derby si è aperto con la celebrazione del quinto anniversario della scomparsa di Gabriele Sandri, alla quale hanno partecipato tutti 22 giocatori scesi in campo. Una maglia con la scritta "Gabriele" sopra al numero 81, anno di nascita del ragazzo, è stata indossata dai calciatori ed è stata toccante l'immagine di Daniele De Rossi che, togliendosi la casacca, se la porta al volto in segno di affetto. Emozionante anche la presenza in campo del piccolo nipote di Sandri, che ne porta il nome. 

I TIFOSI ALLO STADIO - Si sono sentiti solo loro, i supporters giallorossi. Dall'inizio alla fine, in vantaggio e sotto di uno o due gol: lo stadio è stato il loro per tutto il pomeriggio. Splendidi.

LAMELA - 8 gol in 11 gare disputate, 7 reti nelle ultime 6 partite consecutive: i numeri parlano per lui e mostrano un attaccante che con Zeman ha trovato la sua giusta dimensione. Peccato che sia dovuto rientrare negli spogliatoi dopo un solo tempo a causa dell'espulsione di De Rossi. Avrebbe forse potuto dare il proprio contributo, assolutamente prezioso.

PJANIC - E' uno dei cambi che Zeman proprone durante la gara, entra in partita da subito e sigla la rete che per un attimo fa sperare in una incredibile rimonta della Roma, trasformando una splendida punizione. Il bosniaco non ha trovato molto spazio in questo inizio di stagione e ciò provoca una serie di interrogativi da parte dei tifosi (e non solo) che difficilmente mandano giù l'esclusione dagli undici titolari di un giocatore che lo scorso anno ha fatto davvero bene. E forse è proprio per questo che nella Capitale (e non solo, ancora), si infiamma la polemica. Al momento del gol, infatti, il giocatore si mostra decisamente arrabbiato: contro Zeman? Ci penserà poi lo stesso Pjanic a rivolgersi alle telecamere nel post gara per chiarire l'equivoco: "Ce l'avevo con me, non mi permetterei mai di insultare il mister". E ancora polemiche: chi non crede alla spiegazione e chi afferma che lo stesso Pjanic sia stato costretto a presentarsi davanti alle telecamere. 

 

FLOP

I TIFOSI FUORI DALLO STADIO - Due aggrediti, di cui uno accoltellato e molotov in direzione delle forze dell'ordine: è questo il bollettino (ufficiale) di quella che ormai è diventata una guerra, la faccia più malata del calcio che invece è passione, sport ed emozione. 

GLI EPISODI - Sia mister Zeman che il direttore generale, Franco Baldini, al termine della gara hanno affermato che la partita sia stata decisa da singoli episodi. Ciò è evidente, così come è evidente che questi episodi non devono assolutamente accadere, non in una gara "normale", figuriamoci in un derby.

DE ROSSI - Nel corso della sua gara il numero 16 della Roma ha mostrato una certa disinvoltura nell'affrontare l'avversario con buone chiusure e diversi disimpegni. Poi un vuoto di pochi secondi, una reazione inspiegabile, assolutamente da condannare e l'espulsione in una gara che doveva essere giocata alla pari. Decisione sacrosanta quella del direttore di gara, ma ciò che spiace è il prolificarsi di critiche - spesso esagerate nei toni, non nella sostanza - che vanno ad alimentare una situazione di cui tutti possono fare assolutamente a meno, partita con la presunta cessione e che ora si arricchisce di un nuovo capitolo.

IL REPARTO ARRETRATO - Giornata decisamente no per difesa e portiere che si rendono protagonisti di "episodi" che hanno deciso una partita. Errore di Goicoechea che, sul gol di Candreva, resta assolutamente fermo ad aspettare che la palla entri in porta, ma anche erroraccio di Piris che fornisce un assist perfetto per Mauri, senza contare le mancanze di Burdisso e di Maquinhos.


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