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Roma-Liverpool 4-2 - Top & Flop

di Luca d'Alessandro
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Marta Giroldini

TOP 

GRAZIE ROMA - "Dimmi cos'è?". Una domanda che racchiude un po' tutto, che spiega senza spiegare cosa significa essere tifosi della Roma. La Roma batte il Liverpool 4-2, non basta, è fuori dalla Champions League, ma è fuori, eliminata in semifinale dai propri errori e da quelli arbitrali. La parola da sottolineare però non è "errori", ma "semifinali". Un traguardo raggiunto in due occasioni in quasi 91 anni di storia di club, l'ultima 34 anni fa. Dopo aver eliminato Atletico Madrid, Chelsea, Barcellona, Shakhtar (che ha buttato fuori il Napoli dalla competizione). Dopo aver lottato fino alla morte per uno 0-0 contro l'Atletico in casa. Dopo aver rimontato a Londra dal 2-0 al 3-3. Dopo aver perso senza demeritare 4-1 al Camp Nou e aver impartito una lezione al Barcellona di Messi. Dopo esser caduti rovinosamente ad Anfield e aver regalato lo 0-1 nel ritorno all'Olimpico, senza mai darsi per sconfitti, ma avere la forza di vincere anche quando ormai il cronometro ti dava sconfitto, non resta che dire o cantare, fate vobis: "Grazie Roma". 

RAMMARICO - Forse la vittoria più bella di tutte. Una competizione iniziata come agnello sacrificale di Atletico e Chelsea, la Roma si è ritrovata lupo. Non basta averlo come simbolo, occorreva dimostrarlo sul campo. Gara dopo gara la squadra si è tramutata in branco, la vera forza del lupo. Ogni step ha lasciato quel sentore di: "Abbiamo fatto l'impresa, ma potevamo... se solo...". Così è stato anche nel doppio confronto con il Liverpool. 6-7 lo score finale. Se è la somma che fa il totale, quella rammarichi nei 180' la supera. 

THIS IS STADIO OLIMPICO - Il vero e proprio fattore di questa Champions League dei giallorossi. Mai sconfitti, 2 gol soltanto subiti, tutte vittorie e un solo pareggio. L'unica sconfitta stagionale del Barcellona, l'unica sconfitta (in attesa della finale) del Liverpool nella competizione. Piccole soddisfazioni rispetto a quanta ne avrebbe regalate giocarsela a Kiev contro il Real Madrid, grandi significati per dar il giusto peso al lavoro della squadra. 

A MUSO DURO - Verrebbe da dire quasi: "Finalmente". Dopo anni in cui la classifica, il risultato sportivo non contava, contava solo sistemare il bilancio e dare continuità al progetto, ora la dirigenza non ci sta e giustamente rivendica quanto gli è stato negato sul campo da e/orrori arbitrali. Vedremo se le sfuriate a botta calda di Monchi e Pallotta avranno una loro continuità nelle stanze della UEFA o se passata la nottata, tutto tornerà alla normalità. 

 

FLOP 

"VINCE CHI SBAGLIA MENO" - Un po' Cassandra lo è stato, ma è il merito di un allenatore che ha dato dimostrazione di avere le idee chiare fin da subito (gli errori li commettono tutti). Quando si ripresentò alla piazza, questa volta da tecnico, lo disse subito che la differenza tra vincere o perdere non la il commettere errori o no, la fa il commettere meno errori dell'avversario. Così è stato per la semifinale tra Roma e Liverpool. Autogol, reti sbagliate, amnesie, errori in fase di palleggio, tutte e due le squadre hanno toppato nei 180', il Liverpool meno dei giallorossi. 

BACK TO ANFIELD - 4-2 all'Olimpico, con un secondo tempo dominato, e il pensiero torna alla gara di andata dove tra un modulo sbagliato, un black-out durato quasi un'ora, il non aver aggiustato per tempo la partita, ti sei ritrovato sotto 5-0 e fuori dalla Champions League. 

SITUAZIONI IN-V.A.R.-IABILI - Il 3-0 di Salah ad Anfield che ti ha mandato in bambola definitivamente, il gol di Wijnaldum dell'1-2 all'Olimpico, un calcio di rigore su Dzeko non concesso perché fischiato un fuorigioco inesistente, la parata di Alexander-Arnold a un centimetro dalla linea sulla conclusione di El Shaarawy (rigore ed espulsione e una mezz'ora in 11vs10 sul 3-2). Situazioni che hanno contribuito all'eliminazione della Roma, invariabili, in quanto in Champions League, la competizione più blasonata e ricca per club, non c'è il VAR, ma ancora gli addizionali di porta che spesso e volentieri l'unica cosa che addizionano sono gli errori del direttore di gara, invece che sottrarli. 


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