TRIGORIA - Ranieri: "De Rossi domenica sarà titolare, ha voglia di fare una grande partita. La decisione sul suo addio è stato un fulmine a ciel sereno. Mi dispiace per Schick, non riesce ad esplodere". VIDEO!
Claudio Ranieri, tecnico della Roma, ha parlato in conferenza stampa in vista dell'ultima gara di campionato contro il Parma, in programma domenica sera alle 20:30 allo stadio Olimpico.
Come di consueto, Vocegiallorossa.it ha seguito l'evento, trascrivendo LIVE le parole del tecnico.
L'ultima partita della stagione e per De Rossi. Che atmosfera si aspetta?
"L'atmosfera che Daniele merita. Lo stadio deve essere colmo d'amore per lui, deve essere una festa".
De Rossi giocherà titolare?
"Giocherà dal primo minuto con la sua fascia. Merita la standing ovation da parte di tutto l'Olimpico, e deve fare una grande partita, ci tiene".
Cosa ha di speciale De Rossi?
"Riesce a trasmettere la passione che prova per la sua maglia, che sia della Roma o dell'Italia. Dà sempre il massimo, il 100%: un giocatore del genere lo si può solo apprezzare. In più è un punto di riferimento nello spogliatoio".
Il futuro della Roma e di Ranieri?
"La squadra si è ripresa, è compatta, lotterà per un obiettivo. Noi dobbiamo dare sempre il massimo perché siamo professionisti, si gioca per la passione, non per i soldi. Io mi sento un allenatore europeo, andrò dove apprezzerò il progetto".
Ha mai avuto l'impressione che la carriera di De Rossi volgesse al termine?
"No, non l'avevo mai pensato. È stato un fulmine a ciel sereno per tutti, soprattutto per lui".
Il bilancio della sua avventura a Roma? Da quale giocatore si aspettava di più?
"Dovevo incidere moltissimo sullo stato morale dei giocatori. Abbiamo lavorato bene sull'aspetto difensivo, abbiamo preso meno gol. Tutti i giocatori hanno dato il massimo, non voglio parlare di chi mi ha deluso. Mi dispiace per Schick e gliel'ho detto, è un grandissimo giocatore, ma ci sono giocatori che a 19 anni sono già maturati e altri no. Gli ho detto che mi dispiacerà vederlo a 28 anni esplodere come potrebbe fare già adesso. Spero che possa rimanere a Roma e far vedere che non mi ero sbagliato sul suo conto".
Si emozionerà nell'ultima partita in panchina?
"Io mi emoziono sempre, non entro prima in campo per non sentire l'inno di Venditti, se no mi emoziono. Lascerò la Roma col cuore aperto sperando di vederla sempre più in alto".
Ha sentito sua la squadra? C'è rammarico nel lasciare pensando che era entrato nella testa dei calciatori?
"Ho cominciato a sentire mia la squadra giorno dopo giorno. I ragazzi erano già plasmati, bisognava solo rimodellarla e vedere chi riusciva a seguire di più le mie idee. Non c'è rammarico, sapevo fin quando ho firmato che avrei lasciato al termine. L'ho allenata con tutta la mia volontà e passione, auguro il meglio a chi verrà dopo di me".
Tanti giocatori possono lasciare la Roma. La società deve cambiare tanto per ripartire?
"Il gruppo è valido e ben miscelato: ci sono i giovani giusti e gli anziani giusti, anche se da qualche giovane ci si aspettava di più. Il gruppo è sano, non si riparte da zero. Si riparte sì da una classifica deficitaria, ma non da zero. Solo l'allenatore partirà da zero, ricostruendo con le sue idee. I giocatori dovranno essere intelligenti e plastici a comprendere il loro nuovo mister".
Una fascia personalizzata per De Rossi?
"Non so se la Roma abbia intenzione di fare qualcosa, ma nel caso la multa alla Lega la pago io. Sono d'accordo".
Cosa ha trovato di nuovo nella società? Cosa pensa della nuova regola per il rinvio dal fondo del portiere sperimentata nel Mondiale U20? Dove si poteva far meglio?
"Credo che tutte le nuove regole vanno capite per sfruttarle in maniera adeguata. Per quanto riguarda la società ho trovato una struttura nuova e moderna, ma a mio avviso c'è troppa gente, e altri addirittura sono nell'altra sede. Io sono abituata con meno gente, ma capisco che la Roma sta diventando una società internazionale e il brand conta molto. Sono uscite troppe volte - e non è una critica a nessuno - le voci su qualcuno che deve andar via. All’ultimo è uscito qualcosa su chi andava e chi veniva, proprio sul momento in cui dovevamo spingere in un’unica direzione. Però quando eravamo tutti in quel verso serviva una linea comune. Non è una critica verso nessuno, ma forse quei punti in più che servivano li avremmo strappati da qualche parte. Sono convinto che quando si deve spingere tutti quanti devono essere concentrati verso un’unica direzione. Con le voci, vuoi o non vuoi, vieni assorbito".
I calciatori pensavano alle voci?
"Non dico questo. Per esperienza, quando tutti spingono in un’unica direzione, la squadra fa meglio".