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TRIGORIA - Sabatini: "Garcia a Roma finché non vincerà lo scudetto". FOTO! VIDEO!

di Luca d'Alessandro
Fonte: dall'inviato Alessandro Carducci - Trascrizione a cura di Luca d'Alessandro

In occasione della conferenza stampa di Victor Ibarbo, anche il DS della Roma Walter Sabatini ha preso la parola per spiegare il momento della squadra e il mercato di gennaio.

Ieri ha parlato di ritardo nei movimenti di mercato. Da cosa sono dipesi?
“Legato a situazioni contingenti del mercato. Avevamo individuato degli obiettivi di mercato. Sapevamo cosa volevamo fare e ci siamo riusciti. Avevamo bisogno di giocatori subito, e non ci siamo riusciti. Sono soddisfatto perché abbiamo preso gli obiettivi che ci eravamo prefissati. Con un po’ di fortuna avremo chiuso prima qualche operazione”.

Perché ha scelto Doumbia, Ibarbo e Spolli?
“Scelgo molto d’istinto. Abbiamo preso giocatori forti facendo delle scelte strategiche, sacrificando Destro, per motivi che lo rendevano a disagio. Noi abbiamo bisogno di confidare nella voglia nella forza nell’impegno di un progetto che un calciatore deve sottoscrivere. Destro è stato un calciatore molto forte, ma è un giocatore che quando la Roma ha preso, ha preso con fede incrollabile. Adesso è transitoriamente al Milan. Potrebbe tornare come rimanere al Milan. Se non tornerà avremo fondi per investire altrove, se tornerà saremo orgogliosi perché è un ragazzo cresciuto qui. Lo abbiamo sostituito con un giocatore di una prolificità ottima (Doumbia n.d.r.). 0,90 la sua media gol, in campionati che voi definite minori, ma ha fatto bene anche in Champions. L’ho incontrato col Palermo e mi ha abbagliato. Ha fame di gol. Siamo usciti ieri dalla Coppa Italia, ma ci buttiamo subito nell’intento di vincere l’Europa League. Obiettivo propedeutico alla prossima Champions, anche se dobbiamo difendere in maniera estrema e determinata il nostro secondo posto dal Napoli”.

Perché non ha individuato in rinforzo sulle fasce?
“Una scelta tecnica. Ci fidiamo di Maicon e di Torosidis che quando è andato in campo non ha mai deluso. La maggior parte di voi ha sempre apprezzato i suoi comportamenti. Maicon ha una soglia di dolore molto alta, è stato stroncato dalla critica, ma invito voi a rivedere il suo primo tempo. Nel secondo tempo, ci hanno bucato sulla destra, ma anche con l’uscita di Maicon l’azione si è riproposta. Maicon non è il giocatore che la Roma boccia. Lo aspettiamo, con tutti i problemi che si porta dietro”.

Si arriva in affanno al nodo stagionale?
“Auspichiamo che i nostri calciatori s’impongano a livello internazionale e che vincano la Coppa d’Africa. A livello personale avrei preferito fossero stati eliminati. Ci sono contingenze molto sfavorevoli, impreviste. Nel momento di crescita di Iturbe si è infortunato. Anche Ibarbo si è presentato qui, un campione non ancora espresso. Vogliamo trasformare le sue qualità in una dimensione che è quella del campione. Lo abbiamo fatto arrivare con una contrattura in sala stampa, una situazione imbarazzante per noi, ma non sarà una cosa lunga”.

Le gare contro il Bayern Monaco hanno minato qualcosa? Strategia sbagliata di Garcia?
“Quella di Garcia era una strategia di abbassare la guardia e condizionare l’avversario. Pensava di vincere la partita, usando un trucco. La prima partita col Bayern ci ha creato disagio. Ci siamo confrontati con una squadra nettamente più forte, subendo una sconfitta esagerata. Lì si è perso qualcosa nella squadra. Prima c’era un’idea di mutuo soccorso in campo e mai e poi mai Robben avrebbe potuto portare la sua giocata, senza un raddoppio da parte di un calciatore della Roma. Quello l’ho colto come un cambiamento di alcune motivazioni dei calciatori. A volte si perde la voglia di conquistare con le unghie e i denti un risultato. Noi abbiamo una squadra forte, un gruppo coeso che ci ha portato a giocare un calcio vincente. Tutto questo tornerà. Il nostro vero problema ora è minimizzare i tempi, recuperando quella stima generale, che ci permette di pensare al compagno come il miglior giocatore in campo e il miglior giocatore in campo deve essere aiutato. Il mister ha parlato con l’avallo mio e della società di scudetto. Per parlare di scudetto bisogna difendere la seconda posizione. Non ci sfuggirà perché è un tarlo fisso della presidenza e sicuramente ci riuscirà”.

La Roma ha perso carisma e personalità rispetto alla scorsa stagione. Con il doppio impegno che non si è saputo gestire. Ci sono molti giocatori in là con gli anni al quale si è rinnovato il contratto.
“Noi siamo dentro a un percorso che non riteniamo concluso. Chiediamo ancora di far qualcosa d’importante sempre difendendo il secondo posto. Questi ragazzi devono essere dei giocatori della Roma di oggi e di domani. Del domani non v’è certezza e poi potrei trovare soluzioni alternative. Torno su Maicon che ieri si è accusato di essere stato il punto debole, ma alla fine del primo tempo era il vero problema della Fiorentina. Nel secondo tempo è calato, ha subito un colpo che lo ha condizionato, e ha subito un cambio di gioco ben fatto, abbiamo subito un cross inguardabile, da quel cross sbagliato è venuta fuori una carambola sfortunatissima. Sappiamo di poter andare avanti con lui. In caso abbiamo l’alternativa Torosidis, un giocatore affidabile. Il mister con buoni risultati ha adattato anche Florenzi”.

Aver speso più di 50 milioni per Iturbe, Doumbia, Ibarbo e non prendere Higuain...
“Non mi è stato offerto, ha una clausola di 100 milioni. Abbiamo speso di meno di quella cifra, e per tre giocatori. Quando s’ipotizzano acquisti di un certo tipo, sono riuscito a leggere che Ronaldo costava 30 milioni. Iturbe è costato 23 più 2-3 milioni di commissioni e non 31, ed è un giocatore importante. Basta vedere la giocata per il gol di Ljajic a Firenze. Non possiamo comprare i giocatori, Jim Pallotta vuole vincere lo scudetto, se non lo facciamo quest’anno lo faremo l’anno prossimo, perché questo è un obiettivo della Roma e Pallotta sta facendo un lavoro incredibile per vincerlo sempre. Detto questo non facciamo discorsi perché non abbiamo preso Cavani. Cavani costerebbe quanto il ricavo totale della società. Abbiamo preso Doumbia, che ha una media di 0,90 gol a partita. Avete sempre lamentato la sterilità di gol della Roma, e noi siamo intervenuti sotto quel punto di vista. Che gli dico alla gente? Sto comprando un giocatore che costa quando la gestione di un anno. Poi tra qualche anno non sarà così perché la Roma avrà tanti di questi guadagni. Ora non è così, ma la Roma esiste. Un giorno vi racconteranno tutto il lavoro che sta facendo la società”.

Cosa ne pensa della preparazione atletica? La sua carriera sta nel fatto di scovare talenti, solo che non sono stati impiegati...
“Meglio così, perché se i giovani prendono quattro in pagella è meglio non farli giocare (voto Paredes ieri). Con i ragazzi si rischia e il nostro progetto giovani andrà sempre avanti. I nostri ragazzi sono calciatori che vogliano tenere qui per poi mandare in altri circuiti, come Jedvaj con cui la Roma ha fatto una piccola plusvalenza. Rongoni lavora 12-13 ore al giorno, proponendo bene le sue soluzioni. Gli infortuni sono situazione legate ai tempi e allo stress che produce il campo. Non possiamo imputare tutto al preparatore atletico. So che si sta confrontando col mister nei temi e nelle tipologie degli allenamenti. Ha la fiducia della società e andremo avanti con lui”.

L’operazione Destro ha un senso, si è scelto Doumbia perché si ritiene superiore?
“Il mister avrebbe tenuto Destro. Valutando il suo percorso alla Roma, ho visto che era troppo grande la pressione su di lui, dando la possibilità di giocare di più al Milan. Se lo riscattano avrò le risorse da investire su un giocatore che so già chi è”.

Sta valutando di andare via?
“Non ci penso neanche. Voglio arrivare in fondo e fare qualcosa d’importante. Voglio star qui, cosi come Garcia che è un grande allenatore. È l’allenatore che serve alla Roma. Garcia intende onorare il suo lavoro alla Roma, anche se ha ricevuto proposte definite irrinunciabili”.

La società pensa che il responsabile sia Garcia o si sta assumendo troppe responsabilità?
“Lui si assume le sue, come sui calciatori me le assumo io. Sulla flessione della squadra, dipende da tanti fattori. Escludendo quelli contingenti, nella squadra è cambiato qualcosa di chimico. A volte è la psiche che cambia ed è incontrollabile, l’anno scorso eravamo un’associazione di mutuo soccorso e l’errore non veniva visto. Quest’anno non è così. Sono cambiati gli obiettivi personali, c’è qualche paura. Ci vuole un lavoro straordinario dell’allenatore e della squadra. Si devono isolare per trovare la soluzione e tornare a essere una squadra forte e incisiva”.

Garcia non vincendo lo scudetto avrà la stessa voglia di continuare il progetto Roma?
“Ho detto adesso che Garcia non se ne andrà da Roma fin quando non avrà vinto lo scudetto a Roma. Lo ha detto di fronte a offerte che nessun altro avrebbe rinnovato” Si aspetta qualcosa di più da Pjanic? “Mi aspetto qualcosa di più da lui. Non sta tanto bene ora, gioca condizionato per un problema tendineo. Passerà in pochi giorni questo problema”. 

La gara contro la Juve ha demotivato i calciatori?
“Non facciamo ulteriori commenti, è passata e l’abbiamo persa. Aspettiamo quella che dobbiamo giocare”.


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