Pjanic è il futuro, garantisce il Capitano

11.11.2011 16:00 di  Luca Bartolucci   vedi letture
Pjanic è il futuro, garantisce il Capitano
Vocegiallorossa.it
© foto di Alberto Fornasari

È un giocatore formidabile, sembra lento ma ha la capacità di anticipare sempre la giocata mettendo fuori causa l’avversario”. Un complimento davvero importante se a farlo è Francesco Totti, uno che di solito è abituato a ricevere complimenti e frasi di elogio dai nuovi arrivati. Ma questa volta il Capitano si sbilancia e lo fa per uno che, molto probabilimente, sarà una colonna portante del progetto giallorosso per i prossimi anni: Miralem Pjanic. Gli indizi che portano a ritenerlo così importante per questo percorso ci sono tutti, a partire dal suo passato. Pjanic è nato a Zvornik in Bosnia (allora Jugoslavia), ma si trasferisce presto in Lussemburgo. Lì comincia la sua avventura calcistica, nello Schifflange.

Nel 2004 esordisce in Ligue 1 nel Metz, a soli 17 anni. L’ingresso nel grande calcio è con il Lione, squadra con la quale, nella sua stagione migliore (2009-2010), segna 6 gol e serve 9 assist in 37 presenze in campionato, mentre in Champions colleziona 12 presenze 4 assist e 4 gol (il più pesante è senz’altro il gol dell’1-1 contro il Real Madrid, con il quale il Lione passò il turno eliminando i galacticos). Questo è il suo passato, un passato davvero importante per un ragazzo che ha solo 21 anni (è nato il 02/04/1990); ma ora andiamo al presente.
Miralem ha dimostrato in queste prime giornate, più degli altri nuovi arrivati, un adattamento molto rapido sia al calcio italiano, sia alle idee di Luis Enrique, diventando di fatto un titolare inamovibile: ha giocato 703 minuti, saltando solo due partite per problemi fisici, mentre nelle altre è sempre partito dall’inizio, venendo sostituito solo col Parma al 78’ e col Novara all’87’. Il bosniaco ha dimostrato la sua versatilità, giocando sia come vice Totti, dietro le punte, sia come esterno del centrocampo a tre; in questi ruoli ha dimostrato di saper creare gioco, recuperare palloni quando serve e soprattutto, cosa che lo rende davvero importante in questa Roma che al momento fatica a trovare trame d’attacco convincenti, sa inventare assist illuminanti (vedi assist a Simplicio contro l’Atalanta); gli assist collezionati in 8 partite giocate con i giallorossi sono 5 (da inizio stagione sono 8 se si contano le prime 3 partite con il Lione, nelle quali ha servito 3 assist e segnato un gol), 2 dei quali i sono arrivati da calcio d’angolo, situazione che spesso in passato la Roma faticava a sfruttare; Miralem, infatti, vanta tra i suoi punti di forza un’abilità importante nei calci piazzati, sia nei calci d’angolo come ha già dimostrato a Roma, sia nel calciare le  punizioni, con uno stile che ricorda molto quello di Juninho, con il quale ha giocato nel Lione e da cui probabilmente ha imparato la tecnica necessaria per far scendere la palla all’improvviso, rendendo il pallone quasi imprendibile per i portieri. Tutti questi indizi fanno pensare che davvero la Roma ha fatto un grande investimento, in un giocatore che ha ancora ampi margini di crescita, pur rivelandosi già determinante se non fondamentale per i giallorossi; d’altronde, se a sbilanciarsi è stato il Capitano, ci si può fidare.