Che fine ha fatto - Nico Lopez

27.06.2020 22:35 di  Alessandro Pau   vedi letture
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Alessandro Pau
Che fine ha fatto - Nico Lopez
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© foto di Federico De Luca

Da giovanissimo sembrava potesse essere un nuovo crack del calcio mondiale, uno di quei talenti sudamericani dal corpo esile, un estro fuori dal comune e una tecnica sopraffina. Il bel gol all’esordio all’Olimpico, dopo essere subentrato a un certo Francesco Totti, ha fatto sgranare gli occhi al pubblico giallorosso, ancora ignaro di aver assistito al primo e unico gol romanista di Nico Lopez, il protagonista odierno di Che fine ha fatto.

Nico Lopez nasce nel 1993 a Montevideo, Capitale dell’Uruguay, una città in cui si respira calcio e in cui il legame con la nazionale Celeste, che vanta due Mondiali e due titoli Olimpici in bacheca, è molto stretto. Dal 2004 al 2010 El Conejo milita nelle giovanili di un club della sua città, i Wanderers, per poi passare a 17 anni tra le fila del Nacional, uno dei club più blasonati dell’Uruguay con ben 155 titoli i bacheca. Nell’anno e mezzo con i Tricolores non trova molto spazio, ma i 3 gol in sole 6 presenze sottolineano il feeling del giovane attaccante con la porta. Questi pochi match gli bastano comunque per entrare nella rosa che conquista il titolo di Campione d’Uruguay.

Firma un nuovo contratto con il Nacional, ma il suo procuratore Pablo Bentancur lo ritiene illegale in quanto ancora minorenne, decidendo insieme ai genitori del giocatore di volare in Europa alla ricerca di un contratto da professionista. A interessarsi del suo profilo è la Roma, con l’allora DS Walter Sabatini grande esperto di talenti sudamericani. Al diciottesimo compleanno firma quindi con i giallorossi, che lo ufficializzano l’11 gennaio del 2012. Non contento, il Nacional avrebbe portato la questione Nico Lopez alla FIFA per far sì che vengano intraprese delle azioni nei riguardi della società giallorossa. L'oggetto del dibattito è il pagamento dei diritti di formazione dell'attaccante ventenne: il dirigente Claudio Puig ha affermato che, in un primo momento, si era giunti ad un accordo per il pagamento, che poi la Roma ha successivamente disatteso.

Da quel momento fino al termine della stagione Nico Lopez milita nella Primavera di Alberto De Rossi, riuscendo a segnare ben 15 gol in 12 gare, la maggior parte partendo dalla panchina. Inoltre, chiude la stagione portandosi a casa anche la Coppa Italia di categoria. In quell’anno, da giovanissimo, vive anche la gioia di diventare papà del piccolo Elia Benjamin. Per la stagione 2012/13 viene aggregato ufficialmente in prima squadra. Il 26 agosto, nella prima giornata di campionato contro il Catania, mister Zeman lo butta nella mischia all’86’, con i giallorossi sotto di una rete all’Olimpico, al posto di Francesco Totti. Bastano 6 minuti a Nico Lopez per agganciare un pallone in area di rigore, superare Alvarez con un sombrero e sfondare la posta di Andujar con un mancino al volo che consentono alla Roma di portare a casa il primo punto del proprio campionato. L’esordio sembra promettente, e il suo potenziale viene confermato, proprio nel 2013, con la Nazionale U20 dell’Uruguay.

In quell’anno infatti partecipa sia al torneo Sudamericano U20 e al Mondiale U20. Nel torneo continentale, disputatosi da gennaio a febbraio, segna ben 6 gol in 9 presenze e conquista: il titolo di capocannoniere del torneo, la medaglia di bronzo e viene inserito nella formazione ideale della competizione. In estate invece prende parte al Mondiale di categoria, dimostrandosi ancora una volta un talento formidabile. Nella rassegna iridata disputatasi in Turchia segna 4 gol e dispensa assist, aiutando la Selección uruguaiana a raggiungere la finale. Ad avere la meglio nell’ultimo atto del mondiale è la Francia, che si impone solamente ai tiri di rigore. Paul Pogba vince il Pallone d’Oro della competizione, e a Nico Lopez viene consegnato il pur prestigioso Pallone d’Argento. La FIFA spiega così l’assegnazione di questo riconoscimento: “Chiunque abbia visto Nico Lopez giocare senza dubbio ha compreso che ha davanti un talento non ordinario. Il diciannovenne ha una preziosa abilità di creare occasioni dal niente ed ha un devastante cambio di ritmo, ed è altrettanto capace di capire il momento, in attesa dell’attimo giusto per scattare. In possesso di tecnica eccezionale, il suo contributo è stato decisivo per aiutare La celeste ad arrivare in finale”.

La domanda che tutti si fanno è: “Sarà l’ennesimo fenomeno scovato da Sabatini?”. Purtroppo, la risposta tende sempre più verso il no. Il perché lo scopriremo percorrendo la sua carriera. Nel resto della stagione in giallorosso infatti, El Diente (come El Conejo un altro soprannome derivante dalla sua vistosa dentatura, ndr) ottiene solamente qualche scampolo di partita, totalizzando 7 presenze, di cui in Coppa Italia.

In estate non rientra più nei piani della Roma, per questo passa in comproprietà all’Udinese per un milione di euro, rientrando nella trattativa che contemporaneamente ha portato Medhi Benatia in giallorosso. Con i friulani esordisce giocando nei playoff di Europa League contro lo Slovan Liberec. Ottiene presenze anche in Serie A e Coppa Italia, chiudendo la stagione con 26 match disputati e 3 reti messe a segno. Nell’estate del 2014 gioca uno dei turni preliminari di Coppa Italia, ma viene poi ceduto in prestito all’Hellas Verona. Qui Nico Lopez trova una maggiore continuità e confidenza con la rete, riuscendo a mettere dentro 5 gol in campionato, tra cui due contro Inter e Milan, entrambi a San Siro.

L’enorme potenziale dell’uruguayano viene espresso in minima parte, ed è per questo motivo che dopo gli scaligeri nessun’altra squadra italiana decide di puntare su di lui. Nel 2015/16 quindi prova l’esperienza in Spagna, con la maglia del Granada. L’avventura spagnola si rivela però ancor più deludente delle tre italiane. 8 presenze in Liga, 2 in Coppa del Rey, e nessun gol messo a segno è il magro bottino con il quale Nico Lopez si congeda dall’altro club di patron Pozzo.

Nel 2016 torna al Nacional, in prestito, per ritrovare un po’ di linfa. Ottiene un buono score, con 7 reti segnate in 12 gare. In questa parentesi, accade anche un simpatico siparietto nella sfida contro il River Plate di Montevideo. Dopo aver siglato una tripletta, Nico Lopez prende il pallone e, come da tradizione, lo porta con sé verso gli spogliatoi. L’attaccante è stato però fermato da alcuni funzionari del River che gli chiesto di riconsegnare il trofeo, motivando la richiesta con presunti problemi economici che non garantirebbero alla società di Montevideo di poter acquistare palloni nuovi. In soccorso di Nico Lopez, sono arrivati alcuni delegati del Nacional che hanno proposto ai rivali uno scambio particolare: in cambio del pallone del match, gliene sarà consegnato uno del Nacional. Un'offerta che è piaciuta al River e che, alla fine, ha permesso a Nico Lopez di portare a casa il pallone della tripletta.

Viene quindi acquistato dall’Internaciónal de Porto Alegre per la cifra di ben 11 milioni di dollari. Con il club brasiliano vive un triennio felice. Ottiene più di 100 presenze e mette a segno 21 reti, che rendono l’Internaciónal la squadra con cui ha giocato e segnato di più in tutta la sua carriera. “Sono stato molto felice all'Inter, la città è meravigliosa e i tifosi hanno un grande amore per il club - ha spiegato in un’intervista a Ovación -. Sono stato in grado di segnare gol e assist importanti e aiutare l'Inter. È stato un bel momento della mia carriera”. A inizio 2020 si trasferisce in Messico, al Tigres UANL, con la quale ha potuto giocare solamente 4 partite prima dello stop per il Covid-19.

Sempre al portale Ovacion ha poi rilasciato una lunga e interessante intervista sulla sua carriera: “Sono molto contento in Messico, la struttura del club è fantastica e il Tigres combatte sempre per i titoli. A tutti i giocatori piace questa competitività, spero di poter costruire una bella storia come ho fatto negli altri club in cui sono stato. Nacional? È il club al quale devo tutto, ho un grande affetto per i fan, per la società. Sogno di tornare un giorno, per poter giocare di nuovo ad alto livello per la gioia dei tifosi. Ma oggi la mia attenzione è sul Tigres e sono molto grato per l'opportunità di difendere questa maglia qui in Messico: ho molto da dare al club”.

“Purtroppo - ha continuato -, ho avuto alcuni infortuni che mi hanno fatto male, ma fa parte della carriera di qualsiasi giocatore. Durante la mia carriera mi sono evoluto molto tecnicamente e fisicamente e questo mi ha dato una struttura fisica migliore per stare lontano dagli infortuni. Sono un professionista e cerco sempre di migliorare, e sarà così fino alla fine della mia carriera, perché conosco la mia qualità e so che posso dare sempre di più. Oggi voglio aiutare il Tigres e abbinare la loro fiducia nel mio calcio. Lascio il futuro nelle mani del mio manager Vinicius Prates. La mia attenzione deve essere sul campo. Se mi pento di qualcosa? No, non posso pentirmi di alcuna decisione, tutto serve da apprendimento per migliorare ed evolvere come persona e professionista. E da tutte le decisioni, ho imparato una lezione”. Nella sessione estiva di mercato Nico Lopez potrebbe lasciare il Tigres, ma come trapela dal Messico, la sua volontà, in caso di addio, è quella di giocare in un’altra nazione.