Da romanisti a laziali, da laziali a romanisti: Kolarov l'ultimo a compiere il grande passo

23.07.2017 09:35 di Gabriele Chiocchio Twitter:    vedi letture
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Gabriele Chiocchio
Da romanisti a laziali, da laziali a romanisti: Kolarov l'ultimo a compiere il grande passo
© foto di Federico Gaetano

La rivalità tra Roma e Lazio è una delle più sentite del mondo: coinvolge tutti, anche coloro che magari il calcio lo seguono meno, ma che non resistono alla tentazione di prendere in giro l’avversario dopo un derby vinto. E arriva fino ai giocatori, che quando indossano una delle due maglie sono come marchiati a vita e quasi impossibilitati, in un futuro, a vestire l’altra. In pochi sono riusciti a fare questo salto, ultimo di loro è Aleksandar Kolarov, tre stagioni in biancoceleste (e un gol nel derby) tra il 2007 e il 2010 e ora giallorosso dopo 7 anni di esilio in Inghilterra. Una vicenda quasi morbida rispetto ad altre che hanno caratterizzato alcuni passaggi da una sponda all’altra.

In quattro hanno compiuto il percorso direttamente, il primo di essi addirittura in entrambe le direzioni: si tratta di Attilio Ferraris IV, primo capitano della storia della Roma, passato alla Lazio nel 1934 dopo dei dissidi con il presidente Sacerdoti, prima del ritorno in giallorosso di quattro anni dopo. Negli anni ‘50 invece, fu l’attaccante svedese Arne Selmosson a entrare nella storia segnando nel derby con entrambe le squadre: due gol con la Lazio e tre con la Roma. Dopo di lui, trasferimenti diretti per Ciccio Cordova - che andò alla Lazio per ripicca con Anzalone e che alla Roma doveva tornare con Viola, ma il trasferimento saltò - e Lionello Manfredonia, il cui arrivò fu l’origine di una insanabile spaccatura tra i tifosi della Roma con la nascita del GAM (Gruppo Anti Manfredonia).

Altri giocatori hanno vestito le due maglie passando prima per altri club. Spesso è stata la Lazio a beneficiarne, con gli ingaggi di Angelo Peruzzi, cresciuto nella Roma e arrivato in biancoceleste nel 2000, e Siniša Mihajlović, arrivato in Italia in giallorosso nel 1992 e pilastro della squadra di Cragnotti dal 1998 sotto la guida di Sven-Goran Eriksson, sedutosi su entrambe le panchine della capitale e protagonista dei successi della Lazio, così come fu protagonista di un trionfo biancoceleste, il primo della sua storia con la Coppa Italia 1958, Fulvio Bernardini, a cui è intitolato il centro sportivo di Trigoria e membro della Hall of Fame giallorossa. Luigi Di Biagio, invece, è il nome più importante tra quelli nati calcisticamente nella Lazio e poi protagonisti con la maglia della Roma, in annate in cui il capitano biancoceleste era Diego Fuser: il centrocampista arrivò poi alla corte di Fabio Capello nel 2001 nell’ambito di una maxi operazione con il Parma, segnando due gol decisivi in due partite consecutive proprio alla sua ex squadra e al Venezia, reti che aiutarono i tifosi giallorossi a digerire quell’acquisto mai troppo gradito, specie vista la maglia numero 7 indossata in quelle due stagioni.