Roma-Milan 2-1 - Scacco Matto - Squadra compatta, linee di passaggio chiuse e la sorpresa Pastore

28.10.2019 22:10 di  Redazione Vocegiallorossa  Twitter:    vedi letture
Roma-Milan 2-1 - Scacco Matto - Squadra compatta, linee di passaggio chiuse e la sorpresa Pastore
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La Roma si è imposta per 2-1 contro il Milan grazie alle reti di Dzeko e Zaniolo.

LE SCELTE - Fonseca ha proposto ancora Mancini sulla mediana, insieme a Veretout, confermando Pastore sulla trequarti con Zaniolo e Perotti ai lati. Spinazzola e Kolarov i terzini, Florenzi ancora in panchina.
Pioli ha risposto con uno speculare 4-2-3-1, con Paquetà trequartista, Suso a destra e Çalhanoğlu a sinistra. Leao è stato ancora preferito a Piatek per la sua capacità di giocare più con la squadra.



PRESSING - La Roma inizia pressando leggermente e cercando di tagliare le linee di passaggio del Milan. Entrambe giocano in maniera piuttosto lenta, favorendo così il riposizionamento di entrambe le difese. I rossoneri passano spesso da Kessié per arrivare ai tre davanti oppure allarga Hernandez, che crescerà nel corso della gara confermando di essere stato un buon acquisto per il club lombardo e mettendo in seria difficoltà Spinazzola. Il terzino rossonero gioca molto alto, come spesso fa Kolarov, e lasciando i rossoneri a tre in fase di impostazione.

PALLEGGIO - La manovra, come detto, è lenta ma la Roma ha la qualità per far circolare il pallone.Veretout e Mancini stanno ormai formando un asse d'acciaio e non so si può escludere che l'ex Atalanta possa continuare in quella posizione anche una volta terminata l'emergenza infortuni. Tatticamente è molto intelligente, copre bene la profondità, si abbassa tra i centrali e fa ripartire l'azione con qualità. Inoltre, ha mostrato doti da assist man, mandando in porta Pastore. Una scoperta piacevole e opportuna. I giallorossi chiudono le linee di passaggio rimanendo compatti e, inizialmente, si fanno trovare larghi e impreparati solo quando Kessié serve Paquetà che segna in fuorigioco. La squadra di Fonseca mantiene poi un bassissimo pressing, con l'unica preoccupazione di non farsi trovare scoperta su un eventuale lancio da dietro a scavalcare la difesa, che non arriva mai sia perché la difesa si alza il minimo indispensabile e sia perché, in avanti, i giocatori fanno filtro. Nel reparto avanzato, Zaniolo agisce per tutto il fronte offensivo impiegando tutti i polmoni a disposizione (sono sicuramente più di due) e cercando gli strappi in velocità mentre Pastore dà qualità, come al solito, ma anche tanta sostanza, tanta concretezza anche in fase di contenimento. Un Pastore tirato a lucido, più solido, meno evanescente. Una piacevole scoperta.

PALLE DA FERMO - Possono rappresentare un'arma importante per la Roma: Kolarov è un cecchino sulle punizioni dal limite (o anche un po' oltre il limite) ma la Roma può fare male anche su calcio d'angolo. Contro il Milan, Dzeko ha segnato proprio sugli sviluppi di un corner mentre, nella ripresa, Veretout ha telecomandato due palloni sulla testa prima di Smalling e poi di Mancini. Entrambi hanno fallito due ghiotte occasioni, soprattutto Mancini che con la casacca dell'Atalanta ha trafitto più volte i portieri avversari. Poco male, visto il risultato, ma in proiezione futura i capitolini hanno queste frecce importanti da scagliare con il proprio arco e con il Milan è stata una soluzione vincente anche perché, come Fonseca ben sapeva, i rossoneri sono tra gli ultimi in serie A nei duelli aerei.

LA MOSSA FINALE - Pioli, nella ripresa, tenta il tutto per tutto e butta in campo Piatek per Paquetà, passando così al 4-3-3 con Leao largo a sinistra, Suso a destra e l'ex punta del Genoa in avanti mentre Çalhanoğlu scala a centrocampo. Fonseca risponde invece cercando di limitiare Hernandez, vero punto di forza dei rossoneri, e mette prima muscoli e velocità (Çetin) al posto di uno Spinazzola distrutto e con i crampi e poi Santon per raddoppiare proprio sul terzino rossonero. Partita messa in ghiaccio e risultato in cassaforte fino al triplice fischio finale.