Roma Femminile, Ceasar: "Parare un rigore è difficile, ma con l'emotività di una finale è più difficile calciarlo"
Nel video "NOTHING COMPARES TO YOU | Storia di un trionfo" pubblicato dal canale youtube della Roma, sono state raccolte delle interviste esclusive alle protagoniste della Prima Squadra Femminile che hanno vinto la Coppa Italia contro il Milan. Ecco le parole di Camelia Ceasar.
La preparazione per la finale?
“Ci siamo preparate bene tutta la settimana, sia chi va a calciare che noi portieri”.
Quando hai cominciato a giocare?
“Mia madre non era molto contenta, pensava che il calcio fosse da ragazzi. Voleva farmi cambiare sport. Ho avuto grande supporto da mio padre, che era stato calciatore e gli piaceva tantissimo. Lui mi ha dato una mano a far accettare a mia madre il fatto che volevo giocare. Poi lei ha capito quanto ci tenessi ed è stata la prima a sostenermi”.
La finale Primavera?
“Pensavamo anche a loro speravamo che potessero farcela. Eravamo lì che volevamo scendere in campo con loro per sostenerle. Solo alla fine della partitella abbiamo scoperto che avevano segnato a pochi secondi dalla fine ed è stata una gioia immensa per tutte”.
L'aria nello spogliatoio?
“Nello spogliatoio molto divertimento viene da Bonfantini e Lazaro. Paloma è sempre sorridente”.
I rigori?
“Parare un rigore è difficile, ma con quell’emotività è più difficile calciarlo secondo me”.
Il rigore di Tucceri?
“Tucceri ha un bel calcio, sapevo che avrebbe tirato forte e ho spinto con tutta la forza nelle gambe, cercando di portarla a mio vantaggio distraendola. Lei ha un tiro potente e se prende la porta c’è poco da fare”.
Emozioni?
“Fuori dal campo non è stato un anno semplice, ho perso mio padre, stava male e questa situazione del Covid purtroppo ha colpito tante persone che necessitavano di cure che non hanno più potuto fare. Si è scoperta una malattia in stadio avanzato e non ce l’ha fatta. L’ho perso a ottobre, è stata una botta forte ma ho avuto tanta gente intorno a sostenermi, la società, le compagne e la coach che voglio ringraziare”.