ESCLUSIVA VG - Calenda: "Gerson titolare a Londra è stato un segnale di fiducia importantissimo da parte del mister"
Alzi la mano chi non è rimasto sorpreso nell'apprendere che Gerson avrebbe giocato titolare contro il Chelsea. Allo Stamford Bridge. Fino a quel momento, aveva collezionato qualche presenza subentrando nella ripresa. Poi, il colpo di scena. Di Francesco lo schiera titolare in una gara fondamentale per il cammino in Champions, in uno stadio così prestigioso, nel ruolo di esterno destro. Ruolo che, è bene ricordarlo, ha ricoperto spesso in Brasile: “Vederlo giocare dall'inizio a Londra è stata una grandissima soddisfazione – le parole di Roberto Calenda, colui che lo portò in Italia nonostante la corte del Barcellona, in esclusiva per Vocegiallorossa.it -. Non ho mai avuto dubbi sulle qualità del calciatore. È arrivato giovanissimo in Italia, cambiando continente, modo di giocare, lingua, tutto quanto. Quando si danno giudizi affrettati su un calciatore bisognerebbe considerare tutti questi fattori. Sta capendo il calcio italiano e sono stato molto felice di vederlo giocare bene allo Stamford Bridge. È stato un segnale di fiducia importantissimo da parte dell'allenatore. Il ragazzo era molto felice e aveva una voglia matta di ripagare sul campo la fiducia del tecnico”.
Nella gara dell'Olimpico contro gli inglesi, Gerson è entrato nella ripresa. In dieci minuti si è messo in mostra per aver svolto tre ottime chiusure difensive, dato da sottolineare quando si parla di un giovane sudamericano. Anche in Brasile mostrava un'attitudine nel rincorrere gli avversari ma era meno disciplinato anche perché il calcio brasiliano è molto meno tattico rispetto a quello europeo: “Conosciamo tutti la grande differenza che c'è tra il calcio italiano e quello sudamericano. In Italia si va a un'altra velocità e siamo maestri assoluti di tattica. Ecco perché, ancor di più, quando un giovane viene dal sudamerica bisognerebbe avere più pazienza ed equilibrio nei giudizi”.
Da quando è in Italia, Gerson ha iniziato a capire il calcio europeo, le dinamiche del calcio italiano e, avendo 20 anni, i margini di crescita sono ancora ampi: “Ha grandi potenzialità – prosegue Calenda – che lui stesso deve ancora capire fino in fondo. Può certamente fare molto meglio”. Ha dimostrato di avere degli ottimi colpi di prima intenzione ma ancora tende a tenere troppo palla, a volte, oltre a dover migliorare nella conclusione: “Gioca con grandissimi calciatori e questo lo fa migliorare continuamente. Certamente può crescere ancora molto ma non scordiamoci che ha solo 20 anni. È circondato da professionisti che lo aiuteranno nella crescita. È importante solo avere equilibrio nei giudizi e non lo dico solo riguardo a lui. In generale, con tutti i giovani, soprattutto quelli provenienti da un altro Paese, bisognerebbe avere solo un pochino più di pazienza ed equilibrio”.