La Roma su Kolarov: ecco perché può essere il nome giusto

01.05.2014 13:00 di  Claudio Lollobrigida  Twitter:    vedi letture
La Roma su Kolarov: ecco perché può essere il nome giusto
© foto di Federico Gaetano

Dopo averlo portato alla Lazio nell’estate del 2007, Walter Sabatini è pronto a replicare l’operazione ben sette anni dopo. È di queste ore la notizia secondo cui la Roma starebbe lavorando per riportare in Italia Aleksander Kolarov, ex terzino biancoceleste, al Manchester City dal 2010.

Dotato di corsa, grande fisico (187 centimetri per 83 chili di peso) e un sinistro micidiale, il serbo rappresenta con tutta probabilità uno dei migliori profili in circolazione nel ruolo di terzino sinistro per la Roma dell’anno prossimo. A giocare a suo favore l’età (29 anni da compiere il prossimo novembre e quindi in piena maturità calcistica) e il contratto in scadenza con i Citizens nel 2015, il che permetterebbe a Sabatini di prelevarlo senza sborsare una cifra eccessiva. Il nodo, semmai, sarebbe rappresentato dall'alto ingaggio che il serbo percepisce, circa 5 milioni di euro.
La sua carriera in Inghilterra sarebbe forse potuta essere migliore: dopo un buon avvio, infatti, il suo minutaggio e le sue prestazioni sono andate un po’ in calando negli ultimi due anni, complici anche alcuni infortuni di troppo e il dualismo con Clichy, arrivato a Manchester nel 2011 (allora lo cercò anche la Roma). Ad ogni modo, in quattro anni Kolarov ha disputato 83 partite condite da 5 gol, collezionando anche una buona esperienza in Champions League.

I suoi numeri sono più o meno gli stessi con la maglia della Lazio: 82 partite e 6 gol, ma in tre stagioni. I tifosi giallorossi lo ricorderanno, un po’ amaramente, per un gol messo a segno in un derby nell’aprile del 2009, vinto dai biancocelesti per 4-2. In quell’occasione Kolarov realizzò la rete del definitivo poker laziale, presentandosi davanti alla porta di Doni dopo una sgroppata di ben 70 metri e superando il portiere brasiliano – tutt’altro che impeccabile nell’intervento – di destro, il suo piede meno nobile.

Ricorsi storici a parte, quel gol è un ottimo biglietto da visita per farsi un’idea delle grandi potenzialità del mancino serbo che, dopo tanti anni, potrebbe finalmente risolvere i problemi della Roma su quella corsia, anche se il suo passato sull’altra sponda del Tevere potrebbe rappresentare motivo di malcontento per una frangia della tifoseria.