L'ultima volta

07.04.2017 10:57 di  Gabriele Chiocchio  Twitter:    vedi letture
Fonte: L'editoriale di Gabriele Chiocchio
L'ultima volta
Vocegiallorossa.it

Senza più le due coppe, sfumate entrambe con modalità simili, alla Roma resta solo il campionato, che vuol dire, realisticamente, difesa del secondo posto: la Juventus non è irraggiungibile, ma comunque lontana, o quantomeno più distante di quanto la Roma stessa non sia dal Napoli. Un obiettivo che non fa sognare i tifosi e che sportivamente vuol dire poco, ma che è diventato necessario da quando i giallorossi hanno provato a sedersi al tavolo dei grandi, non sempre avendo in cassa fiches sufficienti per vedere e rilanciare. Questa stagione, però, sarà l’ultima in cui arrivare secondi significherà qualcosa di importante: dalla prossima annata, infatti, la Serie A metterà in palio quattro posti per la Champions League, senza neanche l’incubo del playoff di agosto. Arma a doppio taglio, perché a più possibilità di accedere al torneo più importante e ai suoi ricavi corrispondono anche più squadre con cui dividere la torta. Una torta che, oltretutto, sarà anche meno ricca rispetto al triennio che si concluderà nel 2018: dalle indiscrezioni di questi mesi non sembra che chi acquisterà i diritti televisivi della manifestazione lo farà alle cifre monstre messe sul piatto da chi la sta trasmettendo in questi anni, con una conseguente riduzione del marketpool complessivo, oltre che del valore delle singole quote.

Fatti su cui la Roma sta sicuramente ragionando per programmare, per quanto sia possibile farlo nel calcio, un futuro a medio termine. Il bilancio rende poco verosimile pensare a un rilancio, in termini di spesa nel calciomercato, per avvicinarsi alla Juventus, così come il possibile arrivo di Monchi suggerisce il perseguimento di una politica delle idee più adatta alle esigenze finanziarie della società, che potrebbe sfruttare questo piccolo, grande cambiamento per provare a stabilizzarsi e dipendere meno dall’accesso alla Champions League. Può sembrare (e, per certi versi, è) un ridimensionamento, ma, posta la (momentanea?) impossibilità di costruire “di forza” una rosa di valore pari o superiore a quello di chi sta davanti, crearsi una situazione più indipendente permetterebbe di concentrarsi di più su obiettivi più puramente sportivi, come quelle due coppe sfuggite, una delle quali considerata meno importante del secondo posto per bocca dello stesso presidente Pallotta.