Si pensa a tutto fuorché all'Ajax

08.04.2021 15:00 di  Luca d'Alessandro  Twitter:    vedi letture
Fonte: L'editoriale di Luca d'Alessandro
Si pensa a tutto fuorché all'Ajax

Siamo in quella fase dell'anno in cui, purtroppo, eccezion fatta per la scorsa stagione in cui il campionato era fermo per il Covid-19 e il mantra dei calciatori e delle squadre era quello di far riprendere l'azienda calcio il prima possibile, a Roma si pensa già alla prossima stagione. Nell'ordine di solito si parla di toto-allenatore, plusvalenze e le diverse fazioni, tra quella tecnica, quella dirigenziale e quella dei ragionieri, dibattono su chi ha maggiori colpe sulla stagione negativa. Così è se vi pare. Allegri dunque ha già accettato la proposta giallorossa, Sarri resta in stanby, in attesa di svincolarsi con la Juve, Pinto ha già pronta la lista dei calciatori da epurare per risparmiare sul monte ingaggi (un leitmotiv paragonabile al termine progetto) e intanto contatta Conceicao. Nel mentre la squadra di underdog, che aveva portato la maggior parte dei tifosi e degli addetti ai lavori della piazza a prendersi rivincite verso chi aveva messo la Roma come settima forza del campionato, è diventata/tornata a essere l'armata brancaleone tra il conteggio degli infortuni, i confronti accesi con il tecnico e via discorrendo. Tutto potenzialmente giusto se non fosse che, cosa difficilmente trascurabile, la Roma domani volerà in Olanda, destinazione Cruyff Arena, per giocarsi un quarto di finale di Europa League. Ok, non è la Champions, ma neanche i giallorossi sono quelli riusciti ad arrivare a un passo dalla finale contro il Real Madrid, perdendo nel doppio contro diretto contro il Liverpool che in tempo di VAR non sai se saresti stato eliminato.

Tuttavia la Roma non c'era mai arrivata così lontano in questa competizione e l'Ajax è la solita squadra ricca di giovani promesse, ma non imbattibile. Basti vedere uno dei tanti giovani talenti come Kluivert, una volta arrivati nella Capitale che fine abbia fatto. In campo non andrà l'età, non conterà quanti futuri palloni d'oro può schierare Koeman, ma conterà solo il presente. Un qualcosa di cui ci si è dimenticati troppo in fretta, visto che spesso ci riteniamo talmente avanti, senza soffermarsi sull'ora, per rimanere aggrappati ai 2.700 anni di una storia gloriosa, ma poco attuale. Con ogni probabilità Fonseca, Dzeko (simboli di questi due anni romanisti) hanno fatto il loro tempo. Per i processi ci sarà spazio, prima di vendere la pelle del lupo, lasciatelo catturare o infilzare dai lancieri olandesi. O magari, si aspetti, semplicemente, il verdetto finale del campo.