Garcia: "Pallotta vuole vincere, ma ci vuole tempo"

22.08.2013 10:05 di  Simone Francioli   vedi letture
Fonte: La Repubblica
Garcia: "Pallotta vuole vincere, ma ci vuole tempo"
Vocegiallorossa.it
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Rudi Garcia ha concesso un'intervista a La Repubblica. Il tecnico francese ha trattato diversi argomenti, di seguito un estratto:

Prima sua esperienza professionale all’estero. Garcia, lei è il primo francese ad allenare in serie A. "Giusto. Deschamps arrivò sulla panchina quando la Juve era in serie B. Cosa significa? Che la Francia non ha mai fatto molto per illuminare i suoi tecnici, anche se ora le cose sono cambiate".

Ha fatto il calciatore. "Sì. Ho smesso a 28 anni per problemi alla schiena. Ero curioso, chiedevo, cercavo di capire, m’interessavo al contorno. E soffrivo dei silenzi. L’incomunicabilità non mi piace".

Per questo ora sostiene che un coach debba essere attore? "Deve esprimersi, farsi capire, comunicare. A più livelli. Non c’è solo il mondo dentro, ma anche quello fuori. Deve interpretare vari ruoli. Essere padre, capo, fratello, difensore. E soprattutto deve amare i suoi giocatori, ricordarsi chi sono e cosa possono diventare. Senza mettersi in competizione con loro".

Lei è francese, allena a Roma, la proprietà è americana. "Infatti sono andato a conoscere il presidente Pallotta a New York. In quattro giorni la mia vita è andata rapida. Ho trovato una persona umana, interessata allo sviluppo del marchio, che lavora con un grande staff. Vuole vincere, chiaro, ma ci vuole tempo".

Lei in squadra vuole un comitato di saggi. "Giusto. Saggi, non saccenti. E’ mia abitudine scegliere un gruppo di giocatori, 5-6, con cui lavorare e gestire il comportamento e le difficoltà dell’intero gruppo. Prima li scelgo e li nomino, dopo lo racconto alla stampa. Non sono tipo che sussurra ai giornali cose che ancora non ho detto nello spogliatoio".

Con lei la Roma inizia per la quinta volta un campionato con un allenatore diverso. "Nel mondo di oggi si sceglie e si cambia. Vince chi è più duttile, chi si adatta, bisogna essere capaci di rinnovarsi, non avere paura di fare nuovi incontri. Avere esperienze diverse è una ricchezza, non una debolezza".